Mercoledì 24 Aprile 2024

La triste giostra dei king maker e dei sabotatori

Raffaele

Marmo

A lasciare interdetti è il gioco di Palazzo portato al parossismo, elevato a giostra mediatica senza precedenti, sublimato fino a trasformare la giornata in una girandola di più o meno infuocate ambizioni, di presenzialismo spinto che inonda tv, social, siti, in una sorta di estenuante Quirinale minuto per minuto. È una sindrome che ha finito per colpire tutti i protagonisti del gioco, ma che ha trovato la sua plastica e iconica rappresentazione in Matteo Salvini che o è ubiquo o deve avere creato cloni o avatar, tale è la sua presenza su 25 tavoli e 100 summit quotidianamente allestiti. Tant’è che non manca chi, osservando l’iper-attivismo del capo leghista, parla del rischio di un nuovo Papeete.

Ma se Salvini è l’archetipo del giocoliere alla festa (per ora semi-tragica) del Colle, sullo stesso teatro si muovono altri personaggi che appaiono anch’essi mossi da spinte che ben poco hanno a che fare con l’interesse nazionale di dare all’Italia un Presidente all’altezza non solo dei suoi più recenti predecessori, ma anche delle emergenze che abbiamo di fronte. E’ il caso dell’ex premier Giuseppe Conte: non si capisce bene quale seguito abbia tra i grillini, ma quel che appare evidente è la sua voglia di rivincita rispetto alla defenestrazione di un anno fa. Tant’è che a oggi la linea dei 5 Stelle è ancora un’incognita di impossibile decifrazione. Nondimeno è un rebus la posizione di Forza Italia, divisa, come è, tra governisti filo-Draghi e altri che non si sa bene per chi si agitano.

Il risultato è una piéce da commedia dell’arte: tutti contro tutti, tutti impegnati a bruciare nomi, conquistare spazi, mostrarsi più furbi degli altri, in una sequenza di appuntamenti e annunci anche folkloristici, che ottiene l’effetto di delegittimare la politica in maniera irrimediabile. Ed è proprio questa, più del passare del tempo, la cifra drammatica di queste giornate: e non è propriamente quello che ci attendevamo.