Egeria
Di Nallo
Nel nuovo cartoon della Pixar il protagonista è un giovane gay, che non ha il
coraggio di disvelare alla madre la sua relazione, perché potrebbe sembrare
oltraggiosa, peccaminosa, certo contraria a quanto la famiglia sia aspettava da lui.
Meno male che quando la madre arriva e rischia di scoprire una foto
compromettente subentra la magia, il ragazzo si trasforma nel cane di casa e la
madre, coccolandolo, capisce che l’amore può superare qualsiasi ostacolo non ultimo quello di avere un figlio gay. Nella realtà le cose sono più avanti di quanto dica il cartoon, sia per la considerazione dell’omosessualità, che non solo non fa più notizia, ma anzi a volte è indicativa di una marcia in più anche da un punto di vista sociale e relazionale, sia nei confronti dell’immagine di famiglia adombrata nel cartoon.
La famiglia tradizionale, che dovrebbe fare da censore al
comportamento gay del figlio, rimane un’icona sempre più evanescente, quasi la vera trasgressione. Nella realtà ci sono tanti modelli di famiglie, in cui i ruoli sono fluidi e non certo scolpiti nella pietra, come una volta, nelle quali giocano assieme responsabilità, affetti,
emozioni, stabilità, precarietà, nelle quali, comunque, si sta imparando che non è
necessaria una metamorfosi come quella del ragazzo
che diventa cane per
accettarsi e tentare una vita felice o comunque la meno infelice possibile.