Giovedì 18 Aprile 2024

La transizione andrà guidata E finanziata

Giuseppe

Tassi

La rivoluzione verde segna un altro passo nella vecchia Europa. La Ue conferma la sua linea rigida e intransigente e blocca la produzione e la vendita di auto con motori termici dal 2035. Dal primo gennaio di quell’anno, se tutto verrà confermato, si potranno acquistare solo veicoli a emissioni zero. Lo zelo ambientalista dell’Unione europea dà così un taglio netto al passato, in barba a ogni progetto di ‘transizione morbida’ invocata a gran voce dalle case costruttrici, a lungo in bilico fra la funzionalità dei motori termici ‘puliti’ di nuova generazione e i complessi nodi della svolta elettrica. L’Italia, fanalino di coda europeo, insieme con la Spagna, nell’acquisto di auto a emissioni zero ha sollevato da tempo perplessità sulla rivoluzione verde. Con i partiti del centrodestra in prima fila. Le obiezioni riguardano i valori assoluti dell’inquinamento prodotti dalle auto in Europa (l’1% delle emissioni mondiali) e il contraccolpo economico che la svolta elettrica rischia di produrre sulle aziende produttrici del continente e su tutta la filiera. Si parla di quasi un milione di posti di lavoro a rischio e si paventa una dipendenza crescente dalla Cina per batterie, materie prime e terre rare. Un quadro allarmante per l’industria automobilistica europea, che ha già visto sbarcare le auto elettriche del Dragone con numerosi marchi. Anche per questo la rivoluzione verde andrà guidata dall’Europa con leggi di protezione del proprio mercato e con una politica di incentivi comuni, capace di rendere davvero più democratico e accessibile il costo delle auto elettriche (oggi nettamente più care delle termiche), favorendone la diffusione in ogni area del continente. Di pari passo si dovrà procedere all’estensione della rete di ricarica ancora molto carente, ad eccezione del Nord Europa. Insomma, un doppio binario, politico e normativo, per non cancellare i benefici ambientali della rivoluzione elettrica.