Martedì 23 Aprile 2024

La tragedia impone la svolta

Marcella

Cocchi

Chi l’avrebbe detto. Forse per una volta la questione umana si è fatta politica. L’ecatombe di Cutro, che nessun dettaglio potrà mai spiegare nella sua tragicità, sta costringendo i partiti a fare retromarcia rispetto ai loro dogmi. Sta succedendo soprattutto nella Lega e in Fratelli d’Italia, ma anche nel M5S. L’effetto sul governo è un cantiere in costruzione. Giorgia Meloni si è progressivamente appropriata del dossier migranti, un po’ perché è stata lei, da Palazzo Chigi, a trattare con l’Ue sui flussi e sul coordinamento delle attività Sar con il benestare di Ursula von der Leyen, ma soprattutto per ridimensionare l’esposizione e il peso delle parole del ministro dell’Interno. Laddove Matteo Piantedosi, con tutto il rispetto per il titolare del Viminale, politicamente si legge Matteo Salvini. E il nome Salvini, riecheggiando i porti chiusi, la lotta giudiziaria con le Ong, il "salviamo i migranti a casa loro", riporta alla luce i “decreti sicurezza“ del governo giallo-

verde, poi aboliti, e su cui Meloni tratta con l’alleato.

Qui, va aperta una parentesi su Giuseppe Conte. Non sarà mai abbastanza rilevata la sua abilità politica – per non dire trasformismo – nel fare retromarcia: dalle Ong "taxi del mare" di dimaiana memoria quando era premier anche grazie alla Lega, al "salviamo tutti i migranti". Ma restiamo al centrodestra e al Consiglio dei ministri di domani a Cutro. Meloni non ha mai sconfessato Piantedosi, è vero, ma fino a ieri non l’ha nemmeno difeso. Anzi, con il nuovo pacchetto di norme sui migranti, ha assunto su di sé l’iniziativa politica. Nonostante l’incontro con Meloni (tutto va bene Madama la marchesa) la Lega è al bivio: accetterà un ennesimo ridimensionamento del peso politico a vantaggio dei fratelli d’Italia? Rimetterà in discussione la legge Bossi-Fini per aprire i flussi a un numero maggiore di "migranti economici", come chiede per esempio Nello Musumeci (FdI)? Ammetterà che un disastro nei soccorsi come quello di Cutro

non s’ha da ripetere?