Ora è qualcosa di più di un sospetto, di una lacunosa congettura. Tiziana Cantone, la 33enne trovata morta nella tavernetta della villetta materna a Mugnano di Napoli il 13 settembre 2016 potrebbe essere stata strangolata. A ipotizzarlo è il professor Mariano Cingolani, ordinario di Medicina legale all’università di Macerata, (in passato perito nel caso di Meredith Kercher) che ha firmato un parere pro-veritate secondo cui Tiziana potrebbe essere stata strangolata e il suicidio per impiccagione sarebbe stato, invece, solo una messa in scena. Sul collo della giovane donna, infatti, sono stati trovati due segni, a distanza di pochi centimetri uno dall’altro. Il docente ha esaminato 8 foto scattate dalla Scientifica, nella tavernetta di Mugnano, 5 riguardano il cadavere e la pashmina e 2 il collo. Dalla "lettura" delle immagini ("La qualità era un po’ scadente", dice il prof) si arriva una conclusione choc: qualcuno potrebbe aver strangolato Tiziana, usando una pashmina (che conteneva tracce biologiche di un Dna di tipo maschile). Successivamente sarebbe stata realizzata una messa in scena, usando la stessa sciarpina attaccata alla panchetta da ginnastica. Tutto questo si desume dall’esame di due lesioni sul collo della ragazza. Una prima traccia è costituita da un solco discontinuo e obliquo; la seconda lesione, sotto l’altra, ha lasciato un solco trasversale e uniforme tipico dei segni da strangolamento. Non solo: quest’ultima avrebbe preceduto la prima lesione. La presenza di due lesioni rende ragionevole rappresentare che lo strangolamento (modalità prevalentemente omicidiaria) abbia preceduto l’impiccamento", scrive Cingolani. C’è poi anche il mistero di una piccola ferita sul lato destro del mento della donna inferta forse con un’unghiata. "La lesione ben si attaglia con lo scorrimento delle dita (e l’azione dell’unghia) sulla cute della vittima". Il parere pro-veritate arriva dopo la riesumazione della salma della donna disposta dal sostituto Giovanni Corona nelle indagini ...
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