Giovedì 25 Aprile 2024

La svolta in Finlandia Marin getta la spugna "Sono stati anni difficili"

La premier dopo la sconfitta elettorale lascia la guida dei socialdemocratici "Non mi ricandiderò e rifiuterò eventuali incarichi nel nuovo governo".

La svolta in Finlandia   Marin getta la spugna  "Sono stati anni difficili"

La svolta in Finlandia Marin getta la spugna "Sono stati anni difficili"

di Ettore Maria Colombo

Ha fatto una di quelle cose che, in politica, fanno in pochi, anche se sconfitti, la premier finlandese uscente, Sanna Marin. Dimettersi. Da leader del suo partito, i socialdemocratici, e non solo dall’incarico di governo, dove resterà in carica, per il disbrigo degli affari correnti, almeno fino a giugno, quando è plausibile che entri in carica il nuovo governo di destra uscito vincente dalle urne. Le elezioni hanno visto l’affermazione del partito di centrodestra di Petteri Orpo (20,9) con la SDP di Marin ferma al 19,9% e superata anche dal partito di estrema destra ‘Veri finlandesi’ di Riikka Purra. Ma non è detto, anche se probabile, che la destra si allei con l’estrema destra: potrebbe dare vita anche a un governo di grosse koalition e per la Marin già si parlava di un ministero di peso. Lei, però, ha tolto il disturbo. Non accetterà incarichi.

Gia oggi Sanna Marin si dimetterà da premier: "Non mi pare probabile che io sia nel prossimo governo. Non ho del resto avuto nemmeno proposte internazionali (si era ipotizzato, per lei, di un incarico alla Nato, ndr). Proseguirò come deputata semplice. È ora di tornare nei ranghi". Ma la notizia, arrivata del tutto a sorpresa, è che la Marin non si ripresenterà, al congresso indetto per settembre, come leader del suo partito. Il giorno dopo l’ingresso ufficiale della Finlandia nella Nato (scelta per cui Marin si è battuta), la ormai ex premier (37 anni, al governo dal 2019 e molto popolare, all’estero come in patria) spiega: "È il momento di fare spazio a un nuovo leader e a nuove forze. È ora di fare un passo indietro dalla prima fila. Ho deciso di non candidarmi alla leadership della SDP al congresso di settembre. Non è una decisione facile, ma è quella giusta". Poi ammette che "è stato un grande onore rappresentare il mio Paese ma gli ultimi anni sono stati difficili" e "la mia resistenza è stata messa a dura prova, voglio aprire una nuova pagina della vita".

Di sicuro, nell’amarezza delle sue parole, pesa lo scandalo, che ha fatto il giro del mondo, dell’estate scorsa quando la Marin era finita al centro delle polemiche per due video nei quali la si vedeva ballare scatenata ad un party privato a casa di amici e poi in una discoteca. La premier, nel mirino anche per le accuse che in quelle occasioni fosse circolata droga, si era anche sottoposta a un test, risultato però negativo. Oggi, dunque, la doppia rinuncia (da premier e da leader dei socialdemocratici) e, anche, una terza: non si candiderà alle elezioni presidenziali, previste per l’inizio del 2024, quando scadrà il mandato dell’attuale presidente, Sauli Niinistö.

Del tutto spiazzato, però, resta il suo partito, per il quale si chiude un’epoca. Marin ha svecchiato i socialdemocratici, conquistando molti giovani, puntando su welfare, istruzione e ingresso a Nato. Il suo numero due, Matias Makynen, ha 32 anni ed è uno tra i nomi favoriti per la successione.