Hub vaccinale di Fiumicino, Mario Draghi – al microfono – inietta dosi di fiducia: il Paese sconfiggerà il Covid e si rialzerà. È la sintesi di un intervento che prefigura il momento della svolta. L’avvicinarsi di una ripartenza tuttora ostaggio di colorazioni rosse o arancio scuro, ma già immaginabile nella proiezione di dati, strategie, traguardi: incluso "il primo contratto tra un’azienda italiana e un’azienda titolare di brevetto". L’azienda che ha firmato una lettera di intenti per la produzione di massa di un vaccino in Italia – e di più non dice – è la nordamericana Patheon (gruppo Thermo Fisher Scientific) con stabilimenti a Monza e Ferentino. Vaccini, ecco il piano Figliuolo È la novità (prospettica) di una campagna di profilassi che Draghi vuole senza barriere. "Non solo negli ospedali, ma anche nelle aziende, nelle palestre, nei parcheggi come questo di Fiumicino – annuncia il presidente del Consiglio –. Questa è la mia prima visita in un sito vaccinale. Questi ragazzi che lavorano come volontari o in forma permanente hanno reso questo, che è un luogo medico, un luogo di speranza: entrando qui, si capisce che ne usciremo". Non sembra una promessa, ma una constatazione. Un pronostico d’autorità con indicazione della leva più forte in mano al Paese: "Una mobilitazione collettiva fondata sulla solidarietà". Cita Sergio Mattarella. "A tutti chiedo di aspettare il proprio turno, come ha fatto in maniera esemplare il presidente della Repubblica". Perché i vaccini arriveranno. Almeno 40 milioni di dosi solo nel secondo trimestre, ora che anche il siero Johnson&Johnson ha ricevuto l’ok dell’Ema. Il percorso è tracciato. I "criteri nazionali – chiarisce la Corte costituzionale – restano validi anche nei presìdi regionali con priorità a disabili, fragili, più anziani: 6.287.009 le vaccinazioni già effettuate; 1,8 milioni quelle completate, mentre prosegue la profilassi di personale sanitario, over ...
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