Sabato 20 Aprile 2024

La stretta di mano Biden e Xi Jinping "No alla guerra fredda" Ma resta il nodo Taiwan

I presidenti di Stati Uniti e Cina si incontrano alla vigilia del G20. Intesa su Ucraina e armi nucleari: nessuno osi utilizzarle. Pechino: "Il mondo è grande, entrambi i Paesi possono prosperare"

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di Alessandro Farruggia

Quasi tre ore di faccia a faccia, per fissare i rispettivi paletti, capirsi e avviare un dialogo, seppure mantenendo le rispettive posizioni. È cautamente positivo l’esito del G2 – Stati Uniti-Cina – alla vigilia del G20, e non a caso le borse l’hanno subito registrato. Nel primo incontro da quando sono entrambi presidenti, Joe Biden e Xi Jinping si sono parlati con franchezza e reciproca soddisfazione, esibita nella stretta di mano finale. "L’America è tornata: l’avevo promesso e io mantengo gli impegni" ha commentato Biden.

Il primo punto positivo è una generica intesa di base sulla questione più spinosa del momento: la necessità di porre fine alla guerra in Ucraina. "La Cina – ha detto Xi – è estremamente preoccupata per l’attuale situazione, dimostra che i conflitti non producono vincitori, che non vi sono soluzioni semplici a questioni complesse e che il confronto tra i principali Paesi deve essere evitato. Sosteniamo e attendiamo impazienti la ripresa dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina e auspichiamo anche che Usa, Nato e Ue dialoghino con la Russia". La Cina non ha però mostrato interesse a fare lei un passo in avanti per mediare con la Russia. Da parte sua Biden ha ribadito per l’ennesima volta di non voler fare pressioni su Kiev: "Continueremo a fornire la capacità al popolo ucraino di difendersi e non avvierò nessun negoziato senza l’Ucraina. È una decisione che l’Ucraina deve prendere". I due leader hanno però concordato che "una guerra nucleare non dovrebbe mai essere combattuta e non può essere vinta" e il "no all’uso o alla minaccia dell’uso di armi nucleari in Ucraina", ha riferito la Casa Bianca.

Questa è la prima linea rossa sula quale entrambi i Paesi concordano. L’altra è Taiwan, questione centrale per Pechino. Biden ha messo in guardia Xi che "la postura aggressiva della Cina verso Taiwan minaccia la stabilità della regione e può mettere a rischio l’economia mondiale". Pronta la risposta di Xi che ha detto che "chiunque cerchi di dividere Taiwan dalla Cina violerà gli interessi fondamentali della nazione cinese. La questione di Taiwan è la base delle relazioni politiche tra Cina e Usa ed è la prima linea rossa che non deve essere superata": l’indipendenza di Taiwan, ha detto Xi, è incompatibile con pace e stabilità "come il fuoco con l’acqua". Ma i due leader si sono capiti e Biden in conferenza stampa ha tranquillizzato i cinesi: "Abbiamo parlato della politica di una sola Cina, che non è cambiata – ha aggiunto – e non è cambiato che ci opponiamo alla modifica unilaterale dello status quo nello stretto di Taiwan". "Comunque – ha aggiunto – non vedo un’intenzione imminente della Cina di invadere Taiwan".

La nota della diplomazia cinese sul summit dei due leader di Bali, afferma anche che "i due Paesi lavoreranno insieme per il successo della Cop27 sul clima" e non sarebbe un risultato da poco. Il presidente Joe Biden ha anche chiesto all’omologo cinese di fare pressione sulla Corea del Nord perché non effettui test nucleari a lungo raggio, ma ha aggiunto di "non sapere se Pechino sia in grado di fermare le provocazioni di Pyongyang". Nelle tre ore si è parlato anche delle rispettive ambizioni strategiche. "Abbiamo avuto uno scambio aperto e schietto sulle nostre intenzioni e le nostre priorità – ha detto ancora il presidente americano – lui è stato chiaro ed io sono stato chiaro. La nostra sarà una competizione vigorosa, ma non cerco il conflitto. Non ci sono ragioni per temere una nuova guerra fredda". E questo Xi l’ha molto apprezzato.

"La Cina – ha detto – non vuole cercare di cambiare l’ordine internazionale esistente o interferire negli affari interni degli Stati Uniti, e non ha nessuna intenzione di sfidare o sostituire gli Usa. I successi di Cina e Stati Uniti – ha affermato il leader cinese – sono opportunità, non sfide, l’uno per l’altro: il mondo è abbastanza grande perché i due Paesi possano svilupparsi e prosperare insieme".