Martedì 23 Aprile 2024

La strategia di Urso: "Meno fisco e burocrazia. Le zone speciali per attrarre investitori"

Il ministro in visita in Toscana annuncia la presentazione di un ddl. "Modello polacco, il nostro obiettivo sono i capitali stranieri. Nel piano non solo aree svantaggiate ma anche zone strategiche"

Il ministro Adolfo Urso

Il ministro Adolfo Urso

È la sorpresa che la premier Giorgia Meloni ha annunciato per le aziende. Il ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, durante il suo tour nei capoluoghi chiamati al voto per i sindaci, rivela i capitoli del disegno di legge che presenterà "entro un mese" per le imprese italiane, dove ci saranno anche "interventi e strumenti finanziari per valorizzarlo".

Ministro, da dove partirà?

"Dalla formazione delle competenze,dall’idea di aprire licei del Made in Italy in ogni distretto industriale di eccellenza. Scuole per le arti e i mestieri tipici. La mappa sarà disegnata insieme con le associazioni di categoria e con i ministeri. Ma la formazione è solo il primo pilastro del disegno di legge".

Quali sono gli altri?

"Creare strumenti per la lotta alla contraffazione e alla concorrenza sleale che usa l’Italian sounding per rubarci mercati. E studiare strumenti finanziari per dare più forza e gambe al made in Italy nel mondo".

Qual è l’obiettivo finale?

"Aprire un cantiere che ci impegnerà nei prossimi mesi, per disegnare la nuova politica industriale, di concerto con quella europea. Nella prossima primavera l’impianto legislativo e gli interventi attivati saranno presentati in una Conferenza internazionale, aperta anche a investitori stranieri. L’Italia sarà presidente di turno del G7 l’anno prossimo, i riflettori si accenderanno sul nostro Paese. Dopo anni di delocalizzazioni e di stabilimenti aperti in tutto il pianeta, i grandi gruppi oggi sono costretti ad accorciare la loro filiera produttiva. Con il disegno di legge renderemo l’Italia il Paese più appetibile per investimenti e capitali stranieri".

Ha in mente di applicare il modello polacco di zone economiche speciali?

"Noi vogliamo attirare più investimenti stranieri. Al ministero abbiamo aperto uno sportello unico e attivato tutor che accompagneranno i progetti industriali di lungo periodo. Abbiamo attivato due misure, la prima riguarda investimenti di oltre 400 milioni di euro, non solo stranieri, in aree strategiche, per approntare conferenze di servizi celermente. L’altra, su progetti sopra i 25 milioni, con il ministero che può avocare a sé processi di autorizzazione nel caso di ritardi. Con le Regioni stiamo disegnando una mappa delle possibilità di investimenti, con luoghi e tipologie produttive, zone logistiche e zone economiche speciali".

Il modello polacco prevede anche defiscalizzazioni per le assunzioni e incentivi per gli investimenti delle zone economiche speciali.

"Noi abbiamo già creato 8 zone economiche speciali sulla base dell’esperienza polacca, più la zona logistica nell’area del porto di Venezia. In futuro non riguarderanno solo aree di crisi o di declino industriale come il Mezzogiorno. La nuova mappa che il governo sta studiando comprenderà anche aree strategiche industriali e settori di investimento che potranno godere di incentivi, bonus agevolazioni, norme e regole di sburocratizzazione per eliminare ogni possibile ostacolo alla realizzazione del progetto industriale. Potremmo anche implementare lo strumento dei contratti di sviluppo già utilizzati in alcune zone del Paese che prevedono defiscalizzazioni per progetti di ampio respiro".

Quanti finanziamenti ha a disposizione il suo disegno di legge?

"Ci sono già 100 milioni di euro stanziati nella manovra finanziaria. Vogliamo andare oltre, aumentare la dote e studiare qualcosa di simile a un Fondo sovrano Italia. Uno strumento finanziario da creare confrontandosi con gli altri già a disposizione di Cassa Depositi e prestiti, per generare una massa critica di risorse capace di espandere i mercati mondiali del made in Italy".

Il governo è pronto a usare ancora il golden power?

"Lo abbiamo esercitato due giorni fa sulla raffineria di Priolo, mettendo paletti e chiedendo garanzie sulla cessione di Lukoil al fondo cipriota Goi Energy. È scattato anche sulle tecnologie 5G e sull’acquisto di apparecchiature cinesi. È uno strumento che useremo sempre più spesso, quando ce lo consentirà la legge, non per vietare ma per prescrivere. Gli investitori stranieri in settori strategici dovranno impegnarsi con il governo a mantenere livelli produttivi e a investire sul rilancio e la riconversione ambientale".