Da una parte trucidati nei kibbutz di Israele il 7 ottobre o rapiti e portati dai miliziani di Hamas, come ostaggi, nella Striscia di Gaza. Dall’altra costretti a scappare dalle proprie case in cerca di salvezza verso il Sud della Palestina, sotto le bombe e i missili israeliani. Da una parte e dall’altra, ma senza distinzioni. Perché la strage dei bambini, che siano ebrei o palestinesi, distinzioni non può averne. L’orrore è unico. È pesante il bilancio tracciato dall’Unicef. Da Gaza arrivano notizie di 2.704 morti e 5.364 feriti minorenni a causa degli attacchi incessanti, ovvero, secondo le notizie, più di 400 bambini uccisi o feriti ogni giorno. In Israele, invece, più di 30 bambini israeliani hanno perso la vita e decine rimangono in ostaggio dei terroristi di Hamas. Questo periodo rappresenta l’escalation più letale delle ostilità nella Striscia di Gaza e in Israele a cui l’Onu abbia assistito dal 2006. Quasi tutti i bambini sono stati esposti a eventi e traumi profondamente angoscianti, segnati da morte e distruzione diffusa.
CronacaLa strage (infinita) dei bambini. Trucidati nei kibbutz o bombardati. Quell’orrore senza distinzioni
La strage (infinita) dei bambini. Trucidati nei kibbutz o bombardati. Quell’orrore senza distinzioni
Da Israele alla Striscia di Gaza, cresce il bilancio dei minori morti e feriti. L’Unicef: una catastrofe
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