Venerdì 19 Aprile 2024

La strage di migranti Il barcone affonda a pochi metri dalla riva "Corpi ovunque"

Ieri sera 59 le vittime accertate, tra cui 14 bambini. Partiti in 200 dalla Turchia. Mattarella striglia l’Europa: "È giunto il momento che intervenga direttamente". Le Ong: "Colpa del governo". La premier Meloni: "Speculate sui morti"

Migration

Ancora una volta, si contano i morti: 59 già recuperati, parecchie decine, forse altrettanti, in mare. La spiaggia di Steccato di Cutro, nel Crotonese, è il teatro dell’ultima tragedia dell’immigrazione. Un vecchio barcone partito quattro giorni fa dal porto turco di Izmir, stracarico di 150-200 uomini, donne e bambini di etnia afghana, irachena, iraniana, somala è stato segnalato sabato, intorno alle 22.30, da un aereo di Frontex che ha dato l’allarme. Era in acque internazionali, a circa 40 miglia a Sud Est di Isola Capo Rizzuto. La segnalazione è stata ricevuta dalle unità navali di Crotone e di Taranto che si sono messe in mare alla ricerca dell’imbarcazione. Ma le onde alte, spiega la Guardia Costiera, hanno impedito ai soccorsi di avvicinarsi. Era veramente impossibile procedere ad un salvataggio? Era veramente impossibile rimanere almeno vicino al barcone per lanciare salvagenti e fare soccorso se le cose fossero andate, come è stato, per il verso giustoi? Molti se lo chiedono.

All’alba la barca è arrivata a un centinaio di metri dalla costa. Sembrava fatta. Sembrava. Ma il forte vento di scirocco e il mare in tempesta l’hanno sbattuta su una secca, spezzandola. C’è stata una esplosione a bordo, il barcone è finito in mille pezzi. Solo 80 sono riusciti a mettersi in salvo a nuoto: 21 di loro sono stati ricoverati in operale. Gli altri sono stati travolti. "Quando siamo arrivati c’erano cadaveri che galleggiavano ovunque, anche di bambini" ha commentato un medico dei soccorritori. Delle 59 vittime recuperate 33 erano donne e 9 bambini e 5 bambine. Tra loro due gemellini e un bimbo di pochi mesi.

Al di là del cordoglio comune per questa tragedia, in Italia riaffiorano le profonde differenze di visione tra destra e sinistra sul modo di affrontare la questione e la domanda all’Europa di darsi una mossa. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’esprimere il proprio dolore, ha non a caso sollecitato "un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi dei migranti" e ha strigliato Bruxelles sottolineando che "è altrettanto indispensabile che l’Unione Europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio, impegnandosi direttamente". L’opposizione attacca le politiche migratorie del governo, così le Ong e i sindacati.

"Questo ulteriore naufragio pesa sulla coscienza delle istituzioni europee e del governo italiano" attacca il verde Angelo Bonelli. E anche la Chiesa dice parole nette. Il Papa all’Angelus prega per le vittime. "Questa ennesima tragedia – dice invece il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei – ricorda che sulla questione dei migranti serve una risposta strutturale condivisa e solidale. L’Europa sia all’altezza". "Provo rabbia – ha commentato la presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola – per l’ennesimo naufragio. Servono regole UE che ci permettano di affrontare le sfide della migrazione, sul tavolo ci sono i piani per aggiornare le regole, gli stati membri agiscano".

"Profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini" dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni "ma si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di un’immigrazione senza regole". Il governo, aggiunge, "è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo". Bisogna impedire le partenze dicono il ministro degli Esteri Tajani e quello dell’Interno, Piantedosi.

Al governo risponde il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alla guida del Pd Stefano Bonaccini. "Cara presidente Meloni – osserva –fermare gli scafisti è una priorità, come priorità assoluta deve essere salvare le vite in mare. La guerra alle Ong scatenata dal Governo non solo è priva di senso, ma è anche una contraddizione in termini. Fermare le partenze è necessario e possibile se si aprono canali umanitari sicuri. Altrimenti è propaganda e disumanità".

Alessandro Farruggia