La strage dei ragazzi In scooter contro un tir I due amici inseparabili morti insieme a 18 anni

Il camion stava facendo manovra e sarebbe passato con il rosso. Nessun segno di frenata. Le due vittime erano cresciute insieme

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di Giovanni Rossi

Le strade della Capitale, pericolose come poche, inghiottono la vita di altri due ragazzi. I 18enni Riccardo Marchese e Dennis Di Tuccio, amici di infanzia e di festeggiamenti, finiscono la loro corsa all’alba di sabato in via Ostiense. Muoiono alle 6.30 del mattino abbracciati sullo scooter che li sta riportando a casa. Sbattono contro un camion frigo in manovra nello storico quartiere Garbatella. Uno schianto terribile per cause da appurare. A condurre il mezzo un 41enne romeno, sceso subito in strada a prestare soccorso. Si ferma anche un infermiere ospedaliero di passaggio con la propria auto. Prova a rianimare i ragazzi. Invano. Denis, il passeggero, è deceduto nell’impatto, mentre Riccardo, il conducente, versa in condizioni gravissime: trasportato al San Giovanni, muore poco dopo.

Agli agenti intervenuti per i rilievi si presenta una scena assurda: l’autocarro di taglio sulla carreggiata, occupando tutte le strisce pedonali; lo scooter in frantumi con pezzi schizzati a decine di metri di distanza; il conducente in stato di choc e, come prassi in questi casi, rapidamente sottoposto ad alcoltest e narcotest: risulta negativo a entrambi. I mezzi vengono sequestrati. Subito scatta la raccolta delle testimonianze. Non univoche. Secondo alcuni testimoni oculari, il camion frigo sarebbe passato con il semaforo già rosso. Secondo altri, avrebbe eseguito una manovra azzardata a causa di auto in sosta che ostruivano il passaggio. Anche la velocità dello scooter o un momento di distrazione dei due ragazzi potrebbero essere concause della tragedia, visto che sull’asfalto non appaiono segni di frenata. Gli inquirenti setacciano le telecamere in zona.

Lo strazio dei familiari è immenso. Riccardo e Dennis. Dennis e Riccardo. Amici da bambini, poi da adolescenti e infine da maggiorenni nell’ultimo breve tratto di strada comune. Sui loro profili social ricchi di selfie e tatuaggi campeggiano le foto di vacanze trascorse insieme e di notti in discoteca con amici o fidanzate. In un’immagine Riccardo si mostra a bordo del suo Honda Sh bianco, e alcuni video filmano il tachimetro oltre i 90 kmh.

"È una strage degli innocenti. Roma sta diventando sempre più l’antologia di Spoon River – commenta Luca Valdiserri, giornalista del Corriere della Sera, padre del 18enne Francesco, ucciso sul marciapiede della Colombo nella notte tra il 18 e il 19 ottobre da una vettura condotta da una 23enne positiva all’alcol test –. Vogliamo fare ogni giorno la conta dei morti? O vogliamo provare a intervenire?". Valdiserri adotta l’obiettivo internazionale delle tre ’E’: "Education, l’educazione; Engineering, la tecnologia; Enforcement, le leggi. Bisogna unire le tre ’E’ con una battaglia di cittadinanza dal basso. Perché – spiega – diffondere l’educazione stradale nelle scuole renderebbe più forte anche un’eventuale nuova legge per investimenti sulle tecnologie della sicurezza".