Martedì 23 Aprile 2024

La strage dei ragazzi Fuggono all’alt dei carabinieri Tre morti dopo l’inseguimento

Vittime di 15, 21 e 23 anni. Quattro feriti, conducente arrestato: lievemente positivo all’alcol test. L’ipotesi: dai festeggiamenti per la vittoria del Marocco allo spavento per il posto di blocco

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di Viviana Ponchia

Uno stivaletto rosa fucsia esce da quello che resta della Peugeot 807 planata dopo un volo di 10 metri nel cortile di una casa vicina al passaggio a livello. La cassa di manovra dell’impianto che regola il meccanismo per alzare e abbassare le sbarre ha fatto da trampolino. Ma era già tutto compiuto, irreparabile, quando alle 4 del mattino l’auto è sbandata contro il guardrail. Nell’umidità gelata sulla statale 244 fra Cabanette e il sobborgo Alessandrino di Cantalupo la luce dell’alba ricompone i dettagli inghiottiti dal buio. Quella scarpa di ragazza che chiede aiuto e non sa di dovere la vita a un grosso vaso messo dal caso fra lei e la morte per schiacciamento. La voce di un’amica sbalzata fuori che risponde "arrivo io" e non può muoversi. Gli altri corpi immobili e i lamenti, la bombola di Gpl sorvolata nello slancio e mancata per poco, il fuoco che prende vita. Il pensionato Luigi Di Bitetto, testimone atterrito dello schianto, chiude gli occhi e piange. I carabinieri stremati prendono nota del disastro: 7 persone a bordo, tre morti sul colpo. Un quarto, Vincenzo Parisi, viene messo nell’elenco e poi tolto: va in arresto cardiaco temporaneo, anche la comunicazione è cattiva. Gli altri feriti, due gravi. Tutti italiani, attorno ai 20 anni tranne una, che non ne aveva ancora 16: Lorenzo Pantuosco, 23. Lorenzo Vancheri, 21. Denise Maspi, 15. Davanti ai Pronto Soccorso di Alessandria e Acqui vengono spediti agenti di pattuglia addestrati al lavoro duro, gestire la tensione mentre i famigliari dei ragazzi chiedono dov’è, come sta, chi era al volante.

Le responsabilità. Alta velocità, nebbia, manto stradale reso viscido dalle basse temperature. E prima il gioco stupido di zigzagare nelle vie del quartiere Cristo, di non fermarsi all’alt dei carabinieri. Innocenti in fuga. La corsa insensata verso la periferia e "li abbiamo persi" dei militari al fondo di corso Acqui, "li abbiamo seminati" dei 7 forse eccitati dal fuori programma, forse spaventati. Vicino al passaggio a livello di Cantalupo l’auto sbanda e vola via svegliando i residenti. Un boato, dirà qualcuno. Poi una palla di fuoco. Piantonato in ospedale e in arresto per omicidio stradale è il conducente di 23 anni nato in Italia da genitori marocchini. Domande che vengono per forza: erano andati a festeggiare la vittoria ai Mondiali? Il guidatore aveva bevuto, preso sostanze? I primi esami tossicologici rilevano che nel suo sangue non c’era un tasso alcolico elevato, ma comunque da sanzione. E niente droga. Mondiali o no, era sabato sera. E il sabato è fatto per divertirsi. Lorenzo Pantuosco era "la gioia fatta persona", conosciuto perché lavorava in una nota pasticceria a Spinetta Marengo, la ’Dolce Vito’, impresa di famiglia che gestiva coi genitori e che spesso faceva coincidere con il calcio, la sua grande passione. D’estate faceva l’animatore ed era presidente di una piccola società, la ’Pizzerie Riunite-La Dolce Vito’ (Terza categoria), oltre che magazziniere della Luese Cristo (Eccellenza). Denise Maspi amava il ballo, la discoteca e il rap. Sui suoi profili social condivideva spesso le serate con gli amici tra cocktail e limousine nei locali della zona. Lorenzo Vancheri, attaccante, punta di diamante della Us Nuova Gandini, viene ricordato con gli altri da Simone Ballacchino, presidente e gestore del circolo sportivo-ricreativo di Alessandria in via Pietro Nenni, nel quartiere Cristo Re: "Come ogni giorno anche ieri erano qui. Hanno guardato insieme Marocco-Portogallo, poi anche Francia-Inghilterra. Quindi dovrebbero essere andati al bowling per poi tornare qua. Cosa sia successo dopo non lo sappiamo".

Daniel Romeo, direttore generale della Dolce Vito calcio, sperava che ieri mattina Lorenzo Pantuosco fosse rimasto addormentato: "Quando è arrivata la notizia ci è crollato il mondo addosso. È stata una mazzata. Erano tutti bravissimi e tranquilli. Chi studiava, chi lavorava. Non abituati a bere, se non Estathè. Non riesco a capire cosa possa essere andato storto. L’auto, a quanto mi risulta, era del papà del conducente: una famiglia per bene, come lui. Potrebbe essersi spaventato alla vista dei carabinieri? Vedremo. Oggi riusciamo solo a piangere".