La storia di Eitan commuove l’Italia "L’abbraccio del papà l’ha salvato"

Il bimbo di 5 anni intubato in ospedale, decisive le prossime 48 ore. Anche Netanyahu manda un messaggio

di Viviana Ponchia

È stato registrato all’ospedale come "paziente sconosciuto". Non aveva documenti, nessuno che chiedesse di lui. Piangeva, urlava, non voleva essere toccato. Un piccolo extraterrestre precipitato per sbaglio sulla terra. Per tutti è diventato subito "il sopravvissuto", colui che terrà per sé la domanda impossibile: perché loro e non io? Il più fortunato. E insieme l’unico da commiserare davvero. A Eitan Biran, bambino di cinque anni, sono toccate due imprese gigantesche: riprendersi la vita e rassicurarci che niente è mai davvero perduto. Entro poche ore si è capito che non è solo. Non lo è stato nemmeno quando la funivia si è staccata e il destino è deragliato. Suo padre, che è un uomo grande e grosso, si è buttato su di lui prima dell’impatto e probabilmente lo ha salvato. Sui fianchi del Mottarone Eitan ha perso i genitori, il fratellino Tom di due anni, i bisnonni e il privilegio dell’età, credere se stessi e ogni cosa del mondo immortale. Ma poco alla volta tutto il mondo gli si è stretto attorno. E al posto di una piccola famiglia felice ne ha trovata un’altra, sconfinata, dove il legame di parentela è esistere e resistere finché si può.

Ha cominciato la mamma di un altro bambino ricoverato al Regina Margherita: "Prego per lui come se fosse mio figlio". A notte fonda è piombata in ospedale la zia Aya, sorella del padre, medico in un carcere del Pavese. Gli altri erano stati informati prima di lei perché questo succede in un mondo iperconnesso: "Ho saputo cos’era successo dai messaggi di WhatsApp. Ho cominciato a ricevere tanti ‘mi dispiace’ e non capivo perché...".

Pensa agli appuntamenti improrogabili, è la storia di Samarcanda: "Sono morti anche i nonni di mia cognata Tal. Dopo avere ricevuto il vaccino in Israele avevano deciso di venire a stare un po’ con i nipoti. Pensavano: cosa mai può succedere in Italia". Ora c’è lei vicino al bambino. Con i nonni paterni e quelli materni scortati dal presidente della comunità ebraica torinese. E i tanti che scrivono perché vogliono fare qualcosa. C’è anche la piazza di Facebook, commossa attorno alla foto in cui fa il broncio seduto vicino al fratello e al padre che scrive "my wolf cubs", i miei lupacchiotti. "Dio circonda il piccolo Eitan con il tuo amore", "Piccolo resisti".

Sulla sua pagina social Amit Biran ricorda come, nel sesto anniversario di matrimonio, ha spiegato al suo primogenito l’amore: "Gli detto che papà e mamma compiono gli anni. In questo giorno papà ha dato un anello alla mamma e mamma ha dato un anello al papà e da allora siamo sempre connessi. Lui ha chiesto perché non era alla celebrazione. Gli ho risposto che era nella pancia di mamma. E che tutto è partito da lì grazie a lui". Il mondo di prima. Davanti alla sala operatoria Eitan ha solo detto: "Lasciatemi stare, ho paura".

I medici parlano di un piccolo guerriero: "Per essere riuscito a sopravvivere è probabile che il padre, di corporatura robusta, lo abbia avvolto con un abbraccio". Il suo lupacchiotto. È ancora intubato e sedato, in prognosi riservata ma stabile. La risonanza di ieri pomeriggio non ha evidenziato danni neurologici a livello celebrale né del tronco encefalico. "Le fratture multiple hanno interessato le gambe e un braccio – spiega Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino – per capire come evolverà la situazione bisogna aspettare le prossime 48 ore". La famiglia chiede silenzio e preghiere.