La stoccata di Letta "La Lega è l’Ungheria Il nostro Paese si salva se vinciamo noi"

Il segretario dem raduna 500 sindaci e amministratori locali a Monza "È la città in cui a giugno la destra era sicura di batterci. E invece.... Non vogliamo un’Italia che si leghi a Orban e strizzi l’occhio a Putin"

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di Marco Galvani

Tra Monza e Pontida ci sono solo una quarantina di chilometri. Ma nell’ultima domenica che porta alle urne sono distanti anni luce. E non è tanto perché il leader della Lega promette che "qui si mangiano le salamelle e non le sciccherie di Capalbio". Il messaggio più forte è che "oggi Pontida è diventata provincia dell’Ungheria", la stoccata di Enrico Letta. Il segretario del Pd e 500 sindaci e amministratori da tutta Italia hanno scelto Monza e riempito il centro storico per cominciare l’ultima settimana di campagna elettorale "con l’idea della concretezza e della capacità di buon governo". Chiarendo che "non vogliamo un’Italia che si leghi all’Ungheria di Orban come suggerisce Matteo Salvini. Monza è una grande capitale europea e da qui chiediamo agli italiani di non andare verso una democrazia che si sta perdendo. Non vogliamo un’Italia che strizzi l’occhio a Orban e Putin, ma un Paese che sta al cuore dell’Europa, fedele alle alleanze atlantiche".

E non è un luogo scelto a caso, Monza. "È la città in cui a giugno la destra era sicura di vincere al primo turno e invece siamo andati al ballottaggio, sempre indietro nei sondaggi. Eppure abbiamo vinto. Ecco, Monza è il simbolo di quello che accadrà domenica", l’orgoglio di Letta. Convinto che "noi non abbiamo bisogno di mettere il nome di un capo nel simbolo, noi siamo uniti dalla forza delle idee". E che "l’Italia non uscirà dalla crisi che sta vivendo con uno scontro tra il partito del Nord e quello del Sud. L’Italia ha bisogno dell’unico vero grande partito nazionale – il Partito democratico – che governi tutto il Paese, da Monza a Catanzaro". Mettendo al centro il territorio: "In questo momento territorio vuol dire soprattutto il disastro delle Marche, l’alluvione, il dissesto idrogeologico. Per questo i soldi del Pnrr devono essere usati bene e presto. Senza nessuna discussione su rinegoziazione e contro il negazionismo climatico di Salvini e le destre".

Tra Monza e Pontida ci sono "due modi diversi di vedere l’Italia e un’idea diversa di mondo. C’è chi fa il tifo per Putin e noi qui per un’Europa forte", la prospettiva del sindaco di Firenze Dario Nardella. Monza è l’anti-Pontida, da dove "sostenere un sistema fiscale più progressivo e mettere il lavoro al centro". Dove il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ribadisce che "la sanità privata crea solo diseguaglianze" e promette di "incrementare il fondo per la sanità pubblica fino al 7% del Pil". Da dove "continuare la battaglia per lo ius scholae e per mettere un tetto al prezzo del gas a livello europeo". Dove il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore difende "casa e lavoro per garantire la libertà delle persone". Monza, con la rimonta del sindaco Paolo Pilotto alle ultime Amministrative, è "la dimostrazione che anche le imprese impossibili possono riuscire".

L’Italia come Monza, insomma. In fondo "anche su Forrest Gump nessuno avrebbe scommesso eppure lui è riuscito a correre, correre e correre. Per un’impresa straordinaria. Questa dev’essere la metafora dei nostri ultimi giorni di campagna elettorale – il monito di Antonio Decaro, sindaco Bari e presidente nazionale Anci –. La forza nelle gambe e il fiato ce li abbiamo per correre verso la vittoria". Ricordandosi che "queste elezioni sono guardate da tutto il mondo", sottolinea il sindaco di Milano Beppe Sala. E detta la strategia citando Berlinguer: "Si va avanti e si agisce insieme. Su tutti i temi, dall’ambiente – perché l’unica sfera di potere e potenza è una sola, il nostro pianeta – ai giovani".