Michele Merlo, inchiesta e autopsia

Ucciso a 28 anni da una leucemia fulminante. Per i genitori la diagnosi iniziale fu sbagliata, ora la procura di Bologna indaga per omicidio colposo

Il cantante Michele Merlo, 28 anni, in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Il cantante Michele Merlo, 28 anni, in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Quelle nubi nere attorno alla morte improvvisa, provocata da una leucemia fulminante, di Michele Merlo devono essere spazzate via a ogni costo. Perché ’Mike Bird’, star di X Factor e Amici, per la sua famiglia si poteva salvare "con un intervento tempestivo dei medici del pronto soccorso di Vergato". Non si è fatto attendere il deposito dell’esposto – ieri ai carabinieri – di Domenico e Katia, genitori del ragazzo di appena 28 anni morto domenica notte all’ospedale Maggiore di Bologna dopo quattro giorni di agonia. E immediata è stata l’apertura di un’inchiesta per omicidio colposo, al momento senza indagati, da parte del procuratore capo Giuseppe Amato che porterà nelle prossime ore all’autopsia. Tutto in poche ore, come il successivo sequestro dei Nas della cartella clinica dell’artista al Maggiore e il resto degli atti prodotti al pronto soccorso di Vergato, sull’Appennino bolognese.

Michele Merlo, la famiglia denuncia: "Accusato di aver fatto uso di droga"

L’esposto. L’agonia di Merlo inizia la mattina del 2 giugno quando è dalla fidanzata Luna a Luminasio di Marzabotto: "Non si sentiva bene – spiegano i genitori nell’atto –, così decise di andare al pronto soccorso di Vergato". Forte mal di testa, dolore al collo, placche alla gola, febbre sopra ai 38, sangue al naso e un grosso ematoma alla gamba sinistra: questi i sintomi. "Vorrei un tramonto – scriveva lui quel pomeriggio – ma mi esplode la gola e la testa. Rimedi?".

image
image

Il medico. Non accederà al pronto soccorso, bensì verrà indirizzato al medico di guardia il cui ambulatorio si trova negli stessi locali. "Non è stata effettuata una visita minimamente approfondita – continua la denuncia – e le ’lamentele’ di Michele sono state liquidate come un banale mal di gola con la prescrizione di un antibiotico. I medici non si accorgevano che il malessere era dovuto ad un aneurisma cerebrale causato da una leucemia. Quella sera probabilmente era in pantaloncini e l’ematoma, che ricopriva tutta la coscia, era ben visibile". Così il medico di guardia, contattato ieri dal Carlino: "Ho fatto tutto quello che dovevo fare e tutto è stato relazionato ai miei superiori". Michele viene dimesso, in quel momento invia un vocale a Luna "manifestando la sua frustrazione".

L’agonia. Giovedì: il suo stato peggiora, Luna lo trova in salotto con le mani sulla testa, poco dopo inizia a vomitare, "era stremato – racconterà lei –, l’ho sentito rantolare e, con mio padre, abbiamo chiamato l’ambulanza". Che arriverà alle 22.10, "solo successivamente l’automedica". Qui uno dei soccorritori, aggiungono i genitori, "accusava Michele di avere fatto uso di droghe, nonostante Luna negasse categoricamente". In quelle concitate fasi Michele non è più vigile, appena arrivato al Maggiore viene operato d’urgenza per un aneurisma. Tutto inutile, perché la sera del 6 il suo cuore si ferma. L’Ausl apre un accertamento interno per "ricostruire puntualmente" l’accaduto a partire dal primo accesso a Vergato" e fino "al soccorso in emergenza avvenuto il giorno successivo". Ora tocca alla procura e il prossimo passaggio sarà l’autopsia. Ieri, intanto, straziante il ricordo sui social della fidanzata: "Grazie, grazie di tutto, la forza che mi hai dato tu, cuore mio, nessun altro riuscirà a darmela. Ora smetti di sognare e vola tra le stelle e tuffati dentro al mare".