Martedì 23 Aprile 2024

Dugin e la sponda nera italiana. I seguaci dell’ideologo

Murelli e Graziani, gli editori di Dugin, sono punti di riferimento dell’ultradestra

Daria Dugina il padre Olexsandr Dugin (Ansa)

Daria Dugina il padre Olexsandr Dugin (Ansa)

I media, quando ne parlano, usano l’espressione ’galassia nera’, perché le origini di singoli e movimenti affondano nel neofascismo, ma i sostenitori italiani di Alexander Dugin si reputano degli innovatori, non dei nostalgici. Dugin, del resto, è il teorico della ’Quarta teoria politica’, che si propone come il superamento delle ideologie dell’8-900: il liberalismo; il comunismo; il nazionalismo (associato a fascismo e nazismo). E sotto l’egida di Dugin, i due principali referenti italiani del filosofo russo hanno unito i loro sforzi teorici e organizzativi per andare oltre il loro stesso passato.

Sono Maurizio Murelli e Rainaldo Graziani. Il primo, oggi 67 anni, è l’editore di Dugin, con la sigla Aga, sede nell’hinterland milanese; nel suo lontano passato c’è una condanna a 18 anni per l’omicidio dell’agente di polizia Antonio Marino, colpito da una bomba a mano durante scontri a Milano fra gruppi neofascisti e forze dell’ordine nel 1973; con lui fu condannato Vittorio Loi, figlio del pugile Duilio. Scontata la pena, Murelli ha avviato un’intensa attività politica e culturale, dal centro Barbarossa alla rivista Orion, fino alla casa editrice, che ha in catalogo tutti i più importanti testi di Dugin, fino al libro firmato insieme: Spasibo Russia, sottotitolo Operazione Militare Speciale (taccuino 24 febbraio - 24 maggio).

Il sodale di Murelli, Rainaldo Graziani, è figlio di Clemente (1925-1996), uno dei capi carismatici del neofascismo italiano. Fondatore con Pino Rauti di Ordine Nuovo, poi di altri gruppi e riviste, Graziani senior finì inseguito da un mandato di cattura per concorso nell’omicidio del giudice Vittorio Occorsio (sarà poi assolto in appello) e riparò nel Paraguay del generale Stroessner. Il figlio Rainaldo, come Murelli, è da sempre animatore della ’nuova’ destra radicale: la sua creatura più nota è Meridiano Zero, movimento che agli inizi degli anni ’90 diede nuovo slancio ideologico a un’area politica molto ignorata, ma piuttosto effervescente. Proprio Dugin è stato un punto di contatto, sia pure occasionale, con gli ambienti leghisti. In una conferenza del 2019 sulla ’rivoluzione populista’, davanti a un pubblico di giovani vicini alla Lega, il filosofo russo definì Matteo Salvini "il miglior leader d’Europa, l’uomo del futuro".

Murelli ieri ha salutato Darya Dugina come figlia "di uno dei più grandi pensatori di questo secolo"; Graziani ha evocato un incontro di qualche anno fa: "Il nostro ricordo di Te, autentica intelligenza superiore, è racchiuso nelle Tue parole ai Tuoi giovani amici romani: siete voi disposti a morire per la nostra causa comune? Sì Daria! Siamo pronti a morire e raggiungerti".