Venerdì 19 Aprile 2024

La spia tradita dai capelli rossi E dalla Storia

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Roberto

Giardina

È morto a quasi 81 anni, Ronald Pelton, uno degli agenti segreti americani più famosi della guerra fredda, che tradì comprato dai dollari di Mosca. È una storia quasi di ieri, degli Anni Ottanta, quando mancava poco alla caduta del muro di Berlino. Eppure nell’era dei satelliti spia, dei droni, della guerra a distanza, dove si uccide e si muore come in un video gioco, appare remota. Ronald, tradito dai suoi capelli rossi, è un eroe e anche una vittima, come l’eroe di un romanzo di Graham Greene. La realtà ispirava gli scrittori. Il 22 aprile del 1956, il Kgb a Berlino Est scoprì un tunnel scavato dalla Cia e dal servizio segreto britannico, quello di James Bond, per collegarsi alle linee telefoniche comuniste, l’Operation Gold. Gli americani pagavano, i britannici scavavano, ma i russi li scoprirono subito, e li lasciarono lavorare per un paio d’anni. Una sconfitta umiliante. Lo racconta Ian McEwan in Lettera a Berlino. Vi ha aggiunto solo una storia d’amore.

Pelton era nato nel novembre del 1941 in Maryland, fu arruolato in aviazione, ma lavorava in realtà come analista nella Nsa, la National Security Agency, uno dei servizi segreti americani. Un tecnico, non una spia alla James Bond, non rischiava la vita, ma il suo lavoro era più utile di uno 007. Imparò il russo e, poco più che ventenne, venne inviato a Peshawar in Pakistan per carpire i segreti dell’Unione Sovietica, intercettando le conversazioni via cavo tra Mosca e i Paesi satelliti. Era l’Operation Ivy Bells, ideata dalla Nsa e dalla marina americana. Infine, nel 1979, fu costretto a andare in pensione. Per tirare avanti, e pagare le riparazioni di casa, nel gennaio del 1980, si offrì al servizio segreto sovietico per 37mila dollari.

Markus Wolf, il capo del controspionaggio della Ddr, che ispirò a John Le Carrè La spia che venne dal freddo, spiegava: "Io vincevo sempre perché i miei agenti lavoravano per un ideale. Le spie americane per i soldi". I telefoni dell’ambasciata sovietica a Washington erano controllati dalla Cia, ma non si riuscì a identificare il traditore, finché un doppio agente russo tradì a sua volta, e riconobbe Pelton grazie ai suoi capelli rossi. Il suo tradimento aveva provocato un danno enorme. Nel 1986 fu condannato a tre ergastoli, più 10 anni, e – chissà perché – a 100 dollari di multa. Uscì nel 2015, ormai quasi calvo. Trent’anni dopo il mondo era cambiato. Le spie non tradiscono più per amore, o per pagare i lavori di casa.