Martedì 23 Aprile 2024

La sorellanza, quel legame più forte di tutto

Viviana

Ponchia

Essere sorelle non funziona sempre, per riconciliare Marta e Maria è dovuto intervenire Gesù in persona. Ma quando funziona che bellezza. Lei sarà sempre lì. Lo specchio dentro cui cercarsi, il pezzo di infanzia dove nascono collaborazione e cospirazione. Non a caso lo spunto per i romanzi migliori di Jane Austen, che aveva una relazione speciale con la sua Cassandra e non ha fatto che scrivere di amori che passano e devastano e sorelle che mettono in ordine. Non c’è alto e non c’è basso fra sorelle, è parentela su un piano orizzontale. Una sorella può diventare Genoveffa e farti sentire Cenerentola. Può rubarti le scarpe e il fidanzato. Riesci a non parlare per anni a quella disgraziata che per fortuna è andata a stare a Napoli portandoseli via entrambi, ma ogni sera la perdoni e poi arriva il giorno che non importa più e te la vai a riprendere. Perché lei sa ed è l’unica. Sarà sempre lì ma soprattutto c’è sempre stata, cosa che la rende in tutto diversa da un’amica. Nessuno passa la piastra sui capelli come lei. Nessuno è in grado di sostituirla in certi pomeriggi di inverno: per come tiene testa al tramonto, per come versa il tè al gelsomino. Un’università dell’Ohio è andata a fondo con occhio scientifico scoprendo l’acqua calda: i maschi anziani che hanno una sorella si sentono più sicuri, le femmine hanno una marcia in più. Anche agli uomini, per dire, fa bene una sorella. E quel tipo di sorellanza assoluta, da manuale, legava Alessia e Giulia Pisanu, morte sotto a un treno cercando di salvarsi. Non importa chi doveva essere salvato. Sarebbe stato lo stesso al contrario. Scrivevano "noi migliore amiche", "tu mia unica ragione di vita". Al di là dei cuoricini e dell’enfasi da social era proprio così, erano state fortunate. Fortuna doppia: avere riconosciuto in tempo che con nessun altro sarebbe stato lo stesso, comunque sia andata.