Omicidio Bologna, la sorella sotto choc: era al telefono con lei

Stefania è stata l’ultima persona a sentire Alessandra: aveva paura, lui aveva minacciato anche me

Bologna, 25 agosto 2022 - "Ero al telefono con lei quando è stata ammazzata. La sentivo mentre urlava e chiedeva a Giovanni di smetterla, di fermarsi... Ma lui ha continuato fino a massacrarla". Stefania Matteuzzi è la sorella minore di Alessandra. È mezzogiorno quando si presenta sul luogo del delitto. Non trattiene le lacrime, ma ragiona sulle sorti di un femminicidio che "si doveva evitare".

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Stefania, cosa prova in questo momento?

"Sono arrabbiata, ma soprattutto spaventata. Ho paura che ora voglia ammazzare anche me".

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Perché dice così?

"Giovanni minacciava anche me e il mio compagno. Ci diceva che coprivamo i tradimenti di Alessandra".

Quando ha visto l’ultima volta sua sorella?

"Martedì pomeriggio, prima dell’omicidio. Mi aveva mandato un messaggio alle 17, voleva vedermi perché era spaventata. È venuta a casa mia a Poggio Renatico e ho insistito affinché quella notte la passasse da me".

Perché è tornata a Bologna?

"Doveva dare da mangiare al cane. In più aveva detto che Giovanni sarebbe partito per la Sicilia. Ma io ero preoccupata e per tutto il tragitto di ritorno siamo state al cellulare. Arrivata sotto casa, dal telefono ho sentito solo delle urla disperate. Ho realizzato cosa stesse accadendo e ho subito chiamato i carabinieri. Ma ormai era troppo tardi".

Era successo qualcosa che aveva particolarmente spaventato sua sorella?

"Lunedì Giovanni si è presentato sotto casa di Alessandra, si è fatto aprire da qualcuno il portone e ha staccato il contatore del suo appartamento per costringerla a scendere. Lei ha pensato che fosse saltata la luce, invece al piano terra ha trovato lui ed è scappata, mentre Giovanni la rincorreva per le scale".

È un episodio isolato?

"No. Stavano assieme dalla scorsa estate, ma da gennaio lui ha iniziato ad avere degli atteggiamenti strani. Era possessivo e ossessionato da lei. Quando provava ad allontanarlo, si presentava sotto casa e scavalcava il cancello. Una volta si è arrampicato fino al secondo piano".

Il 29 luglio Alessandra aveva denunciato Giovanni per stalking e la mattina dell’omicidio avrebbe dovuto fare un’integrazione alla denuncia.

"Sì, in seguito all’episodio del contatore, stamattina (ieri, ndr) avrebbe dovuto fare un’integrazione. Ma, dopo un mese, non era ancora stato emesso alcun divieto di avvicinamento.

E perché?

"Le indagini dei carabinieri erano partite dopo la denuncia, ma sono andate a rilento nel periodo di Ferragosto, quando diversi testimoni erano irreperibili perché in vacanza. E ad Alessandra è stato detto che il fatto che Giovanni non fosse residente a Bologna dava più tranquillità alla vicenda".