Venerdì 19 Aprile 2024

La soprano russa Netrebko criticata da tutti, nessuno vuole farla cantare

Dopo le ultime polemiche per il Boris Godunov alla Scala, caos ad Arezzo per un concerto previsto il 7 febbraio. La comunità ucraina insorge contro l’artista. Che però fu contestata anche in patria per le posizioni sulla guerra

La soprano Anna Netrebko (Ansa)

La soprano Anna Netrebko (Ansa)

Quell’acuto non s’ha da fare? No, per la comunità ucraina di Arezzo che chiede di cancellare il concerto in cartellone a febbraio al teatro Petrarca. Sì, per il sindaco Alessandro Ghinelli, "perché la politica è una cosa e l’arte un’altra". Sì eccome per Anna Netrebko, protagonista assoluta di quella serata e una delle voci più straordinarie della lirica mondiale. Contro di lei un "j’accuse" articolatissimo, firmato da fior di intellettuali ucraini, che in sostanza le rimproverano di non essersi distaccata dall’aggressione russa al loro Paese. E lei risponde per le rime, attraverso il suo general manager, bollando quelle accuse come false. Mentre gli "oppositori" preparano una manifestazione in centro per la sera della serata, il 7 febbraio, con arrivi da mezza Italia.

Guerra in Ucraina: tregua finita, riparte il lancio di razzi

I nodi? Tanti, in un percorso che già ha visto altre puntate eclatanti contro gli artisti russi: dalle contestazioni fuori della Scala al Boris Godunov all’annullamento a Bergamo dello Schiaccianoci di Čajkovskij.

E pagine anche legate alla soprano dei soprani: lo stop a marzo al Metropolitan di New York e quello a Berlino, dove comunque, assicura la cantante, la scelta è stata "di comune accordo" e comunque prevede il suo ritorno di fiamma già a settembre. Al centro delle accuse una pagina più lontana, anno 2014: "essersi esibita all’indomani della secessione delle repubbliche separatiste del Donbass e aver donato un milione di rubli ai capi di quello stato fantoccio".

Ma Netrebko non ci sta. "Mai si è esibita – spiega il manager – a Donetsk né in altro luogo in Ucraina. E la donazione c’è stata ma al Teatro dell’Opera". E la foto nella quale sostiene con un dito la bandiera di una di quelle repubbliche? "Non ho riconosciuto quella bandiera, volevo aiutare gli artisti".

E comunque nega che allora ci fossero state cancellazioni al Metropolitan, "12 spettacoli nel 2014 e 14 nel 2015". Assicura di aver incontrato Putin poche volte nella vita, "e solo per riconoscimenti o all’apertura delle Olimpiadi" e nega di aver ricevuto sostegni finanziari dal governo. E l’altra accusa salata, aver tenuto un concerto per i suoi 50 anni al Cremlino, poche settimane prima dell’invasione? Per gli scatenati ucraini di Arezzo "è la prova che sta con Putin".

Lei ribatte che non era minimamente informata delle intenzioni del presidente russo. Una griglia infinita, che si gioca sulle date e sul tenore della presa di distanze dalla guerra. Che da una parte le è costata la cancellazione di un concerto a casa, in Siberia, proprio per il peso delle sue dichiarazioni contro la guerra. E dall’altra non ha ancora convinto il Metropolitan a riaprirle le porte, anche se il dialogo è ripartito. Ora la partita si sposta su Arezzo: una delle due date italiane, l’altra è la Scala a marzo. "Anna non fa politica, canta" dice il suo manager. Attento a tutelarne l’acuto.