Giovedì 25 Aprile 2024

La smemorata di Vigevano: sono Julia Roberts

Resta un mistero l’identità di una 45enne priva di documenti. Dice di non ricordare nulla, a luglio arrivò all’ospedale ubriaca

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di Umberto Zanichelli

Il suo nome non lo conosce ancora nessuno. Quando glielo domandano lei risponde con un sorriso: "Sono Julia Roberts". Resta irrisolto il mistero sull’identità della donna tra i 40 e i 45 anni ricoverata in Psichiatria a Pavia. Lo scorso luglio si era presentata, completamente ubriaca, al pronto soccorso dell’ospedale di Vigevano, senza documenti. Anche in quell’occasione, alla richiesta di declinare le generalità, aveva pronunciato il nome della star di Hollywood.

L’avevano portata lì dopo che era stata sorpresa alla stazione ferroviaria di Mortara a molestare i passanti. Una volta smaltita la sbornia però non si era mai allontanata dall’ospedale, facendo della sala d’aspetto la sua casa. "Non disturbava nessuno – racconta chi l’aveva vista – stava in disparte. Era innocua ed è rimasta qui per circa un mese e mezzo". Quasi che lì si sentisse al sicuro. Le sue vivande erano quelle delle macchinette. Una presenza la sua diventata quasi familiare. Sino a quando, due settimane fa, è stata oggetto di un Tso e del conseguente ricovero in Psichiatria, al San Matteo a Pavia. Al momento non è possibile capire se la donna ha davvero perso la memoria, come tutto lascia supporre, oppure stia fingendo.

Quello che è certo è che al momento nessun conosce la sua identità né si sono palesati parenti in grado di risolvere il mistero. "È arrivata da noi ubriaca – racconta un medico – ed era senza documenti. Quando si è ripresa è stata visitata e dimessa. Ma alla sera è tornata a dormire lì e lo ha poi fatto sempre, utilizzando i bagni per lavarsi e stendendosi sulle poltroncine per dormire. Di giorno andava in giro a chiedere l’elemosina e tornava alla sera".

Il suo caso è stato fatto presente alle forze dell’ordine. Ma ogni tentativo di identificarla è risultato inutile. Un mese fa però sono stati i medici a prendere l’iniziativa. "Abbiamo interessato i servizi sociali – raccontano – è intervenuta una assistente che però non è riuscita a rompere il suo silenzio. A quel punto è stato disposto un trattamento sanitario obbligatorio. Lei è stata sottoposta ad alcuni accertamenti, tampone compreso, tutti negativi. Fisicamente sta benissimo anche se è chiaro che a livello psicologico deve essere successo qualcosa, forse uno choc dal quale non è riuscita a riprendersi, dimenticandosi la sua identità". Un mistero sul quale si sta indagando per fare luce.