La signora degli anelli che rivoluzionò Tiffany

Si è spenta a 80 anni Elsa Peretti, ha portato l’argento nel mondo del lusso. Prima modella e poi designer, era un’icona dello stile italiano

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di Eva Desiderio

Una donna più che speciale. Una pioniera dell’arte del gioiello che ha saputo rendere contemporaneo e democratico perché ha esaltato non solo l’oro ma anche l’argento. Elsa Peretti ci ha lasciato ieri a 80 anni compiuti il 1 maggio dell’anno scorso, nella sua casa in Catalogna, a Sant Marti Vell dove si era trasferita da alcuni anni lasciando l’amatissima New York, portando con sé i segreti del suo design super chic, essenziale, immediatamente affascinante. Di lei è famoso tutto, per primo il sodalizio lungo quarantasei anni con la maison Tiffany & Co (di recente acquisita dal Gruppo LVMH), le origini altoborghesi della sua famiglia, il suo essere una ereditiera ribelle e dal corpo statuario tanto da posare per Francesco Scavullo e per Helmut Newton in uno scatto strafamoso che la ritrae come una Coniglietta di Play Boy tra i grattacieli della Grande Mela.

Poi l’impegno nel lavoro stilistico e creativo che le ha illuminato tutta la vita. Era nata a Firenze Elsa, figlia di Maria Luisa Pighini e di Fernando Peretti, imprenditore dei petroli di fama mondiale, e solo due anni fa ci era tornata un’ultima volta per la mostra "The Modern Vision of Elsa Peretti", che le aveva dedicato alla Fortezza da Basso la XII Florence Biennale d’Arte con l’esposizione di 100 dei suoi pezzi più iconici e la ricostruzione del suo studio, tra gli schizzi delle sue opere e le foto degli amici celebri.

Immancabili i posaceneri perché la designer era una fumatrice formidabile. "L’argento è magico – raccontò in quei giorni fiorentini Elsa Peretti che ha usato questo materiale in forme eccelse e ispirate alla natura per gioielli eterni per semplicità e allure quasi primitiva – e mi piace cambiare un po’ la natura senza mai copiarla!", ed ecco tornare alla mente il famoso "fagiolo" da portare al collo come una divisa di eleganza estrema e rivoluzionaria così come il bracciale "Bone" che segue l’anatomia del polso e che è il preferito di donne speciali come Catherine Deneuve, Sophia Loren, Angiolina Jolie e l’amica di sempre Liza Minnelli, protagonista con Elsa Peretti delle notti allo Studio 54 di New York nei primi anni Settanta quando l’ereditiera ribelle arrivata dall’Italia faceva ancora la modella, e frequentava Andy Warhol e Salvador Dalì.

Le sue creazioni per Tiffany & Co., che siano gioielli come i colletti di maglia d’oro o la famosa cravatta, o oggetti d’uso e d’arredo, sono trasversali per ceto e per età delle donne. Pezzi nel mito della gioielleria contemporanea esposti nei più importanti musei del mondo tra cui il Metropolitan di New York e il British Museum di Londra. "Tradurre un’idea è una magia – diceva a chi scrive Elsa Peretti che negli ultimi anni di vita si è dedicata con passione di filantropa nella Fondazione Nando ed Elsa Peretti che fa un lavoro benefico immenso e generosissimo – ci vuole così tanto tempo per tracciare una curva, per essere certi che la curva sia fatta bene".