La sfida di padre Oliviero Galeotta fu la parrocchia Incontri di anime. Gemelle

Il francescano e il progetto Casamenterio: eventi per single dalla messa all’happy hour "Le persone vengono qui perché hanno bisogno di conoscersi, on line non c’è nulla di reale".

di Alessandro Belardetti

Se l’Istat fotografa un Belpaese in cui per la prima volta ci sono più single che coppie con bambini – dove il 33,2% degli italiani (8,5 milioni di persone) vive da solo, in una famiglia mononucleare –, allora l’idea messa in pratica da padre Oliviero Svanera a Padova (e ora a Treviso) appare azzeccata. Il progetto ‘Sant’Antonio Casamenterio’ crea eventi per single, dalla messa all’happy hour nel chiostro della chiesa, e molti cuori solitari hanno così trovato l’anima gemella. Durante un aperitivo parteciparono 700 persone, così nacque l’idea di organizzare percorsi specifici con preghiera, cena e momento di formazione. In Italia c’è, però, un’altra tendenza pericolosa da invertire: le coppie con figli, infatti, sono solo il 31,2% delle famiglie e con questo andamento nel 2045, secondo il Rapporto Annuale, ci saranno più coppie senza figli rispetto ai nuclei composti anche da figli.

Padre Oliviero, come mai l’Italia sta diventando un Paese per single?

"Io vivo nella marca trevigiana e siamo in cima ai luoghi con più persone sole. Ma in realtà molti single non vorrebbero esserlo: è un popolo in cerca dell’anima gemella. Il problema è che stanno svanendo i contesti classici nei quali incontrare l’altro o l’altra e la società ora mette davanti valori diversi rispetto all’amore, come la carriera e il divertimento".

I single di 40-50 anni sono abbandonati, la Chiesa può fare qualcosa?

"Noi non siamo una agenzia matrimoniale: non combiniamo le persone secondo le caratteristiche fisiche e non usiamo algoritmi rispetto agli interessi. Ma capiamo che il mondo dei single è enorme e tutti vanno accolti. Ora ho 170 persone che seguono il percorso in basilica, dove alcuni animatori mi aiutano per fare ritrovare loro la felicità e di

conseguenza l’amore".

Ora anche a Verona, nella parrocchia di Isola Rizza, viene organizzata dal parroco la cena dei single, con balli e musica.

"Sono eventi che funzionano, a Padova mi chiamò pure la stampa estera. Anni fa ero partito

con iniziative per separati, vedovi, anche omosessuali: mi mancavano solo i single. Un giorno mi sono trovato 200 single arrivati spontaneamente insieme in basilica per avere la mia benedizione".

Adesso l’amore si trova soprattutto on line. Sembra una svolta pericolosa.

"Il dating app è un disastro. Le persone vengono qui perché hanno bisogno di vedersi, conoscersi, toccarsi. Le modalità veloci della Rete nascondono anche rischi e truffe, hanno caratteristiche furtive. Con le app non vivi niente di reale, tutto è virtuale e non permette di costruire qualcosa di continuativo".

È mai riuscito a unire qualche single che ha partecipato ai suoi incontri?

"Certo, ma non solo. Si crea un circolo, qualcuno è passato da una parte all’altra: prima era single poi si è sposato e infine è tornato da separato, perché le nozze non hanno funzionato".

Se le si presentassero due single dello stesso sesso come si comporterebbe?

"Nonostante a Padova abbia avuto un gruppo di omosessuali, negli eventi per single non mi

è mai capitato di riceverne".

Ha altri eventi in programma?

"Siamo attanagliati dalla solitudine, le parrocchie sono in crisi e non ci si incontra più. Così cerco di ricreare le dinamiche di gruppo e faccio parlare le persone. Nella chiesa di SanFrancesco a Treviso ho avviato il progetto ‘Tu sei bellezza’ dedicato agli adulti, senza limiti di categorie".