di Elena Comelli Sanzioni, atto quinto. "Preferiamo la pace o l’aria condizionata accesa tutta l’estate?" Lo chiede, a se stesso e agli italiani, il premier Mario Draghi. E sull’eventualità di un blocco al gas russo, precisa: "Non è un’ipotesi al momento oggetto di discussione, ma la situazione si sta modificando". Sulle sanzioni, "ora sembra che i massacri di civili aumentino costantemente e questo spinge molti leader politici a sanzioni sempre più severe". E sulla collaborazione europea: "Noi andiamo con quello che decide l’Ue. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas può essere scambiato con la pace". Ucraina e guerra del gas: ecco cosa vuol portare a casa Draghi dall'Algeria È quello che si stanno chiedendo anche gli altri leader europei, che hanno preferito rimandare a oggi il varo del quinto pacchetto di sanzioni per approfondire alcune "decisioni tecniche", in particolare sui contratti in essere tra i Paesi Ue e la Russia per l’import di carbone e petrolio. Le nuove sanzioni della Ue "limitano le azioni politiche ed economiche del Cremlino" con un embargo "sulle importazioni per un valore di 4 miliardi di euro" ed "è la prima volta che sanzioniamo i combustibili fossili dalla Russia", ha sottolineato la von der Leyen. Gli Stati Uniti, intanto, vanno avanti, in coordinamento con l’Ue e il G7, e colpiscono anche le maggiori banche russe: Sberbank, la più grande istituzione finanziaria del Paese, e la più grande banca privata, Alfabank. "Ho chiarito che la Russia avrebbe pagato a caro prezzo per le sue atrocità a Bucha. Oggi, insieme ai nostri alleati, annunciamo un nuovo round di sanzioni devastanti", ha detto il presidente Joe Biden. L’obiettivo, ha spiegato il segretario al Tesoro Janet Yellen, è "far sì che la Russia non possa beneficiare ...
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