Mercoledì 24 Aprile 2024

La sfida della Ong "Noi restiamo al largo Devono sbarcare tutti, non solo i minorenni"

Il comandante della Ocean Viking rifiuta di fare rotta su Catania come gli altri "A bordo c’è anche un bambino di tre anni. Ora la situazione è disumana"

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di Alessandro Farruggia

"È una odissea infinita. Questa gente è sempre più stanca ed esasperata. Il clima a bordo, ora dopo ora, è sempre più teso. la situazione è esplosiva. I sopravvissuti sono esausti. La privazione dei diritti umanitari e marittimi deve finire. Adesso". Così, a una dozzina di miglia dalle coste siciliane, Nicola Stalla coordinatore dei soccorsi a bordo della Ocean Viking, la nave battente bandiera norvegese dell’Ong europea Sos Mediterranée.

Quale è la situazione a bordo?

"Attualmente ci troviamo in una situazione di assoluto stallo, in acque internazionali al largo della Sicilia, con 234 naufraghi. Ci sono 13 donne, diversi bambini, il più giovane ha 3 anni. Ci sono 58 minori, molti dei quali non accompagnati. Abbamo cibo e acqua, ma le scorte si assottigliano ogni giorno".

Ci sono casi sanitari?

"Tre pazienti hanno bisogno di accedere a cure di livello ospedaliero. Un paziente con polmonite, al quarto giorno del secondo ciclo di antibiotici orali, è ancora con febbre sopra i 38 gradi, ed è particolarmente preoccupante Già al momento del soccorso alcuni naufraghi presentavano ustioni multiple da carburante, ferite e traumi riportati a causa di violenze fisiche subite in Libia, oltre agli effetti del tempo passato in mare prima di essere soccorsi. Abbiamo raccolto numerose testimonianze di violenze subite in Libia, incluse torture e violenze sessuali. E non basta: dopo tutto questo tempo passato a bordo nell’attesa e nell’incertezza, l’agitazione e il disagio psicologico sono evidenti. Alcuni nauraghi hanno addirittura manifestato l’intenzione di buttarsi a mare".

Perché non andate verso Catania e mettete in salvo i minori come hanno fatto altre ong?

"Perché ribadiamo che tutti i naufraghi ancora bloccati a bordo delle navi umanitarie di soccorso devono essere sbarcati senza ulteriori ritardi e senza distinzioni. L’attuale situazione di stallo è disumana, viola molteplici principi del diritto marittimo e umanitario e mette ulteriormente a rischio persone che sono in urgente bisogno di protezione. Questo gioco politico non può continuare a violare il diritto dei naufraghi a sbarcare il prima possibile".

Cosa rispondete al ministro dell’Interno Piantedosi che vorrebbe che i migranti facessero richiesta di asilo a bordo, in modo che il Paese di bandiera della nave se ne faccia carico?

"La risoluzione Msc.167-78 dell’Imo (organizzazione marittima delle Nazioni Unite) stabilisce che tutte le operazioni e le procedure, come lo screening e la valutazione dello status delle persone soccorse ’non devono ritardare indebitamente lo sbarco dei sopravvissuti dalla nave che presta assistenza’. E poi, praticamente ogni giorno, nello stesso Mediterraneo centrale dove operano le navi umanitarie, avvengono operazioni di soccorso condotte da unità della guardia costiera italiana, da assetti navali di Frontex, ma anche da navi mercantili di bandiere estere. Tutti i naufraghi soccorsi in tali operazioni sono prontamente sbarcati. E allora perché noi no? Non possiamo che rilevare la natura discriminatoria della mancata assegnazione di un luogo di sbarco per le navi delle Ong".

Cosa rispondete a chi vi accusa di fare da tassisti per i migranti e vorrebbe bandirvi?

"Nel corso delle ultime settimane, stando in mare, attraverso la radio abbiamo regolarmente sentito allerte per imbarcazioni in pericolo, con donne, bambini, uomini spesso alla deriva per ore, giorni, in attesa di soccorso. Le navi umanitarie come l’Ocean Viking cercano di apportare un minimo di capacità di soccorso in più nella continua crisi del Mediterraneo centrale. Impedire loro di operare non ridurrà gli sbarchi. Bloccare le nostre navi porterebbe solo a lasciare ancor più persone in pericolo, donne, bambini, neonati, uomini, privi di soccorso e porterebbe verosimilmente a più morti in mare. Le navi umanitarie stanno solo cercando di colmare il vuoto lasciato dagli Stati nell’adempimento del dovere di salvare vite umane. Essere criminalizzati per questo è disumano e semplicemente insensato".