La scossa di Mattarella "L’omofobia offende tutti"

Il Capo dello Stato in occasione della Giornata contro le discriminazioni "Rifiutiamo ogni intolleranza". Il ddl Zan fermo in commissione al Senato

Migration

ROMA

Proprio mentre s’incendia ancor più il dibattito politico sul ddl Zan, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in un giorno speciale, ricorda con forza il principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione, secondo il quale "le attitudini personali e l’orientamento sessuale non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica".

Parole che offrono, appunto, la cornice ideale, in occasione della Giornata internazionale contro l’Omofobia, per ribadire che "il disprezzo e l’esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé – sono ancora parole di Mattarella – rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili". Toni analoghi da Roberto Fico, presidente della Camera: "Costruire una società realmente inclusiva: che rispetti il modo in cui ciascuna persona si identifica; che non prescriva ruoli e non giudichi scelte; che cambi radicalmente le lenti con cui guardare alle questioni afferenti all’identità di genere e alle relazioni. Questo è l’impegno che vogliamo ribadire oggi". Impossibile, dunque, ieri non parlare dell’iter al Senato della legge Zan (tuttora fermo in commissione) intorno alla quale c’è anche un grande dibattito pubblico, legge che il centrodestra osteggia e che invece il centrosinistra appoggia senza sconti. E i commenti che si sono rincorsi ieri hanno avuto esattamente questi segni opposti tra loro. "Oltre a celebrare una Giornata, servono gesti concreti – ha sostenuto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio –. In Parlamento bisogna accelerare con la legge contro l’omotransfobia".

Dal centrodestra, invece, Giorgia Meloni ha rivolto il suo pensiero "a chi vive in quegli Stati dove l’omosessualità è considerata un reato, a volte punito con la pena di morte come anche diversi Stati musulmani". Meloni rivendica al suo partito la battaglia per prendere le distanze dagli Stati "che hanno nel loro ordinamento il reato di omosessualità".

Elena G. Polidori