Martedì 16 Aprile 2024

La salute di Bergoglio, la telefonata del Papa all’amico di Pesaro: “Me la sono vista brutta”

"Sono arrivato incosciente in ospedale, poche ore in più e chissà se la raccontavo". L’informatico Michele Ferri: aveva una voce squillante, era in forma

Papa Francesco, 86 anni, assieme all'amico Michele Ferri, 52 anni

Papa Francesco, 86 anni, assieme all'amico Michele Ferri, 52 anni.

Pesaro, 11 aprile 2023 – “Me la sono vista brutta. Sono arrivato incosciente in ospedale. Qualche ora di più, e non so se la raccontavo". Parole di papa Francesco, dette a un amico. Il Pontefice si riferisce al suo recente ricovero al Gemelli per l’infezione polmonare. Mentre l’amico che sta dall’altra parte della cornetta si chiama Michele Ferri, 52 anni, pesarese, informatico, ed ormai è un amico perché i due si sentono da dieci anni, per telefono, da quando Michele perse il fratello Andrea, vittima di un omicidio a scopo di rapina, e chiese disperato il sostegno di una persona in cui credeva, appunto papa Francesco. Quel sostegno l’ha avuto. Da allora infatti il Papa lo chiama sempre.

Novanta telefonate in dieci anni, a partire dal 2013, anno della morte di Andrea. L’ultima, avvenuta alla vigilia della scorsa Pasqua. Ed è una telefonata, quella dello scorso 8 aprile, tra due amici che si raccontano i propri malanni, e si sostengono a vicenda: il Papa parla della sua infezione polmonare, Michele di una terapia che da qualche tempo deve seguire. Ma non esistono infezioni o impegni internazionali: niente e nessuno impediscono al Papa di ricordarsi di chiamare Michele Ferri. Il Papa aveva chiamato il 3 gennaio scorso, per i 52 anni di Michele.

“‘Sono ancora vivo’, mi ha detto”, riferiva ieri Michele, facendo un riassunto della chiamata pasquale. "Ha esordito così e io stavolta ho sentito una voce in forma, squillante e serena, meglio dell’ultima volta, allora mi era parso un po’ affaticato", aggiunge Michele, riferendosi al 3 gennaio. “Gli ho detto: ‘Ci hai fatto prendere un bello spavento!’”, aggiunge Michele, e prosegue: “Lui mi ha spiegato che era arrivato incosciente in ospedale. ’Bastavano alcune ore in più e non so se la raccontavo’, mi ha detto”. “Poi mi ha chiesto come stavo io – racconta ancora Michele – e alla fine ci siamo fatti gli auguri di Pasqua”.

Se questa è la novantesima chiamata, “ora puntiamo ad arrivare a cento”, scherza, ma neanche tanto, perché a queste cose ci tiene, Michele: “Credo che la prossima sarà per l’anniversario della morte di Andrea, il 4 giugno”. Andrea è il fratello di Michele, ucciso il 4 di giugno di 10 anni fa. Da lì partì una lettera che Michele scrisse al Papa chiedendo perché così tanto dolore, tutto insieme visto che la perdita di Andrea era unita ad altre tragedie, fosse toccato alla sua famiglia. E da lì iniziò l’amicizia tra i due, un legame che va oltre tutte le convenzioni e gli impegni che un uomo come il Pontefice deve per forza rispettare. Nessuno più importante però di quel numero di telefono col prefisso di Pesaro.