GIOVANNI ROSSI
Cronaca

La rotta dei ricollocamenti. Si schianta il pullman dei migranti. Lo scontro col tir: morti i due autisti

Incidente sulla A1 a Fiano Romano, il bus era partito da Porto Empedocle in direzione Piemonte. Entrambe le vittime erano di Favara (Agrigento): uno era al suo primo viaggio. Una decina di feriti.

La rotta dei ricollocamenti. Si schianta il pullman dei migranti. Lo scontro col tir: morti i due autisti
La rotta dei ricollocamenti. Si schianta il pullman dei migranti. Lo scontro col tir: morti i due autisti

Una tragedia del lavoro nella tragedia migratoria. L’assalto disperato alla coste di Lampedusa costa vittime e sangue 1.200 chilometri più a nord (224 chilometri di mare e 976 in strada). Sull’A1, all’altezza di Fiano Romano, tra Guidonia Montecelio e Roma Nord, un autobus della Patti Tour di Favara – ingaggiato dalla prefettura di Agrigento per spostare una cinquantina di migranti da Porto Empedocle al Piemonte – attorno alle 2.25 di venerdì va a sbattere contro un tir fermo sulla corsia di emergenza e si ribalta. Il bilancio dell’incidente è terribile: muoiono i due autisti (uno sul colpo, l’altro sbalzato via) e dieci migranti finiscono ricoverati, due dei quali in codice rosso all’Umberto I, mentre altri otto sono distribuiti in codice giallo in altri ospedali. Poteva persino andare peggio, vista la dinamica. Illesi tutti gli altri passeggeri. Ma forse è il vaso di guardare al sangue schizzato sui sedili anche con gli occhi dei sopravvissuti alle onde della traversata mediterranea. Vite segnate dall’incertezza, dalla paura, dal dolore. Da un domani migliore che può sparire, per un attimo o per sempre, anche in una drammatica notte sull’asfalto.

I deceduti sono Alberto Vella, 34 anni, e Daniel Giudice, 32 anni, entrambi di Favara, paesone agrigentino di 35mila abitanti dove il sindaco Antonio Palumbo preannuncia il lutto cittadino in concomitanza con i funerali. "Perdo delle persone cui mi legava una sincera amicizia – si dispera –. Sono vicino alle famiglie". Anche Filippo Romano, prefetto di Agrigento, si dichiara con "il cuore spezzato" dalla tragedia su strada. Un errore alla guida? Un colpo di sonno? Ancora impossibile capire che cosa sia accaduto. Interrogato anche il conducente del tir. "Il bus era partito in orario, gli autisti avevano rispettato i regimi di riposo e pausa previsti dalla legislazione. La causa dell’incidente può essere stata anche stanchezza, ma certamente non è addebitabile a un errore della ditta o nostro", comunica la prefettura. "Addoloratissimo" il titolare della Patti Tour, piccola ditta in cui tutti si conoscono e si frequentano abitualmente. "Spesso – prosegue il prefetto –, quando si pensa all’imprenditoria privata, si crede che sia improntata soltanto a rapporti economici. Non è vero, gli imprenditori creano, specie in questo caso, rapporti intensi e quasi familiari coi dipendenti. La Prefettura rappresenterà in tutti i modi la sua vicinanza alle famiglie".

Giudice, dopo anni di impiego a Milano come tranviere dell’Atm, aveva scelto il rientro alla base. "Era contento, contentissimo perché era tornato fra noi, a casa – è il racconto degli amici –: questo è stato il “premio“": morire al primo viaggio. Destino comune al più esperto collega Vella. A unire i due autisti era anche la passione per balli popolari e tamburelli. Entrambi, sin da piccoli, facevano parte del gruppo Fabaria Folk. Un modo per voler bene al proprio territorio girando la Sicilia, l’Italia e l’Europa – soprattutto quella dell’Est – in occasione di festival, sagre o eventi. Non solo. All’interno dell’associazione, Giudice aveva il compito di insegnare le danze tradizionali agli iscritti al gruppo giovanile. "Elementi insostituibili", piange "i due fratelli" il presidente Giuseppe Trupia.

Oggi e domani molte corse dell’Azienda siciliana trasporti (Ast) saranno cancellate e altre potrebbero subire ritardi: più di trenta pullman dell’azienda partecipata dalla Regione saranno infatti utilizzati per far fronte all’emergenza migranti a Lampedusa, per trasferire da Porto Empedocle al Nord Italia i circa duemila stranieri presenti nel centro di accoglienza di Contrada Imbriacola. "Siamo consapevoli dei disagi che questo provvedimento potrà causare su alcune tratte del trasporto extraurbano – annuncia l’assessore regionale Alessandro Aricò –, ma chiediamo ai siciliani di avere comprensione. Abbiamo l’obbligo, prima di tutto umanitario e poi giuridico, dovuto a ragioni di ordine pubblico, di garantire un luogo idoneo e sicuro a questi circa duemila migranti, uomini, donne e bambini che, nella maggior parte dei casi, scappano da scenari di guerra o da una condizione di povertà assoluta. Per questo saranno trasferiti presso altre strutture presenti nel Nord Italia".