Martedì 23 Aprile 2024

La rivoluzione che può salvare il centrodestra

Il centrodestra ha vissuto e vive uno dei suoi momenti più drammatici, come sono tutti i momenti di passaggio. Un momento non imprevisto. Una leadership e un partito appaiono nella loro fase declinante, gli altri cercano di riposizionarsi all’interno di quell’elettorato che dal 2018 in poi le ha consegnato il governo di quindici regioni. Ma quando appare ormai chiaro che il Conte II reggerà per altri due anni e che il centrodestra non potrà sfaldarsi perché in primavera ci sono importantissime amministrative, ecco che i giochi al suo interno si fanno più duri. La stalla è chiusa ma i buoi sono ancora dentro, e questa è la fase in cui i buoi si prendono a cornate.

Il centrodestra che si presenterà al voto nel 2023 non sarà quello di adesso, ma per assumere un nuovo assetto servirà una grande rivoluzione. La potrà fare Forza Italia o quello che di qui a due anni e mezzo sarà dell’ala più moderata del centrodestra? Non è facile, perché Forza Italia appare troppo legata a una leadership, quella di Berlusconi, che con tutti i suoi meriti, con tutti gli elogi possibili per il coraggio e la lucidità che tuttora il Cavaliere sta mostrando, è per forza di cose destinata ad affievolirsi. E il partito Forza Italia, la sua classe dirigente pure composta da elementi di grande valore ed esperienza è forse troppo legata al Cavaliere.

A meno che al centro del centrodestra non nasca qualcosa di diverso, e con i tempi che corrono tutto è possibile, è allora più probabile che il salto in avanti sia appannaggio degli altri due attori in campo, la Lega e Fratelli d’Italia, mettendo in piedi una sorta di opa non tanto verso i pezzi di nomelklatura azzurra, quanto sui voti e sui temi che Forza Italia ha rappresentato. In parte ci sono già riusciti, ma per vincere le elezioni servirà incarnare quel mondo che per adesso è loro in parte estraneo. Tutti e due, Salvini e Meloni, hanno in teoria le carte in regola per farlo, magari mutando l’atteggiamento verso l’Europa, ma ora come ora forse è Fratelli d’Italia che appare più in grado di presentarsi come un soggetto "nazionale". La severa bocciatura incassata da Salvini in Emilia e Toscana non sono casuali.

Una svolta, quella necessaria, che sembra non facile agli stessi dirigenti di FdI, ma in fondo prima di Fiuggi nessuno avrebbe scommesso una lira, ai tempi c’erano le lire, sulla rivoluzione di Fini, che spiazzò molti ma poi si rivelò lungimirante. Il centrodestra ha in sostanza due anni per immaginarsi un futuro diverso da adesso, basta avere visione e coraggio. La coerenza è un valore, ma non deve essere un freno al progredire di un’idea. Il grande leader è colui che capisce il momento di voltare pagina e di evolversi.

Laura Ravetto e altri due lasciano Forza Italia per la Lega