Giovedì 18 Aprile 2024

La riservatezza prima di tutto Sono fatti nostri

Marco

Buticchi

Anche i reati penali, eccezion fatta per l’omicidio e pochi altri, cadono in prescrizione. Mi auguro che le macchie del nostro passato non siano tali da richiedere l’intervento della legge.

Non mi pare comunque giusto essere costretti a rivangare ciò che è accaduto in tempi così lontani da appartenere a un’altra vita. Spesso si tratta di passi falsi, amori di gioventù, errori d’inesperienza che sempre meno hanno a che fare con la nostra persona.

Nessuno rinnega ciò che è stato, ma è giusto che ciascuno sia arbitro della pubblicità delle proprie gesta, affidando alla propria sensibilità la loro divulgazione. Con alcuni, i figli in particolare, debbono essere mantenute cautele che lo stesso dovere genitoriale impone.

Premure incompatibili con lo sbandieramento di panni sporchi in piazza dei social. Sia d’esempio il recente caso del figlio di Heather Parisi, informato in rete di segreti che avrebbe avuto tutto il diritto di conoscere – se proprio era il caso – da una voce familiare. Chi invece si schiera a favore delle verità dei tempi moderni, pensi che proprio i tempi cambiano a velocità siderali e rendono oggi vietato ciò che ieri era possibile.

Un esempio? In guerra si ammazzava, ma non si era assassini. Evviva allora la riservatezza su ciò che è stato, anche sull’overdose d’informazioni (spesso personali) che piovono dalla rete… ma non è stata proprio la rete a sancire per prima il diritto all’oblio della memoria?