Martedì 23 Aprile 2024

La riscossa ucraina "Ormai siamo al confine" Soldati invasori in rotta

L’esercito di Kiev: "Riconquistati 3mila chilometri quadrati di territorio". Ma Kadyrov minaccia: "Arriveremo a Odessa". Telefonata tra Putin e Macron

La bandiera ucraina sventola su altre città liberate come Kozacha Lopan, a nord di Kharkiv, e Svatove nell’Oblast di Lugansk. In questo caso lo Stato maggiore di Kiev sostiene che quattro camion e altri venti veicoli di trasporto truppe hanno lasciato la trincea per ritirarsi verso la capitale dell’autoproclamata Repubblica, posta 160 chilometri a sud est. Ieri anche Mosca ha confermato – indirettamente – i ritiri delle proprie truppe da una parte del territorio mostrando durante una conferenza stampa del Ministero della Difesa una mappa nella quale risulta che sotto il controllo di Mosca è rimasta solo una striscia a est del fiume Oskil, lungo il quale sono comunque in corso dei bombardamenti pesanti su Kupiansk. Sul ritiro russo, il presidente Usa Joe Biden è stato cauto: "Le cose sono in corso, è troppo presto per parlare". A Kiev, invece, il presidente Volodymyr Zelenski aggiorna sulla cartina ciò di cui il suo Paese si sarebbe riappropriato: tremila chilometri quadrati a ieri sera, ma non si accontenta: "L’obiettivo è liberare tutto il nostro territorio. Non possiamo permettere che la Russia continui la stessa occupazione che ha iniziato nel 2014. La loro strategia è mangiarci pezzo dopo pezzo come dei cannibali, ma non mi presto a questo gioco. Avanzeremo costantemente e gradualmente". Mentre le truppe lo fanno, il sindaco filorusso di Izyum, Vladimir Sokolov, che già ieri aveva parlato di situazione difficile, se l’è data a gambe. Come se ne sarebbero andati i funzionari del Cremlino che preparavano i referendum di annessione a Mosca. Che nella regione di Kharkiv l’esercito di Kiev avanzi – pur dovendo registrare in serata alcune esplosioni che hanno causato black out elettrici e mancanza di acqua in zone periferiche della città, come ammesso dal sindaco Igor Terekhov – è confermato dalla notizia che le truppe sono arrivate alla frontiera con la Russia di Hoptivka, trenta chilometri a nord della seconda città più popolosa dell’Ucraina, dirimpetto al distretto di Belgorod, dal quale partono gli attacchi di Mosca. Per ora non si segnalano incidenti. Si susseguono gli scontri fra eserciti. Il leader ceceno Kadyrov accusa i generali russi di sbagliare strategia e promette di arrivare a Odessa. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, dice che a causa della resistenza ucraina "il processo di pace che noi sosteniamo si complica".

Putin ne ha parlato alla Duma. "Il presidente – così Lavrov – ha accusato gli ucraini. Kiev dovrebbe capire che più a lungo ritarda il processo, più difficile sarà negoziare con noi". E proprio lo zar ha ricevuto ieri una telefonata "franca e dettagliata" dal presidente francese, Emmanuel Macron. In una nota l’Eliseo ha condannato il proseguimento delle operazioni militari russe e ha chiesto si avvii un negoziato per ristabilire la sovranità e l’integrità territoriale. Ha inoltre sostenuto che sia garantita la sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzia, come nei piani dell’Aiea. Dal canto suo Putin ha detto che sono "gli attacchi ucraini sugli stoccaggi di scorie radioattive a poter avere conseguenze catastrofiche" e ha chiesto "pressioni immediate su Kiev perché sospenda il fuoco". La situazione è ancora complessa: allarme nella notte per una serie di attacchi russi con missili sparati da navi nel Mar Nero. Un allarme aereo scattato in tutto il territorio ucraino.

Riccardo Jannello