Mercoledì 24 Aprile 2024

La riforma Bongiorno. "Emergenza giustizia, serve cura forte. Csm da demolire"

Candidata a Roma con la Lega. "La modifica della Cartabia va rivista". Violenza alle donne: "Il codice rosso è un successo, ma non basta". Futuro da ministro? "Preoccupiamoci di vincere, è più importante"

Giulia Bongiorno (ImagoE)

Giulia Bongiorno (ImagoE)

Giulia Bongiorno, se dovesse vincere il centrodestra farà di nuovo il ministro?

"Ma non si parla di queste cose! (ride, ndr). Preoccupiamoci della cosa più importante: che i cittadini vadano a votare. Non esiste la vittoria in tasca, e da avvocato dico sempre che, finché non si ha la sentenza, non si deve dare nulla per scontato".

Questione delicata, quella della posizione della Lega rispetto alle sanzioni verso la Russia. Le parole di Salvini a Cernobbio hanno messo in evidenza una disparità di vedute sul tema dentro il centrodestra…

"C’è una sistematica strumentalizzazione delle parole di Salvini su tutto ciò che riguarda la Russia. In primo luogo, abbiamo sempre votato a favore delle proposte del governo sulla guerra e sulle sanzioni. Salvini ha solo affermato che l’Europa dovrebbe farsi carico degli effetti negativi che le sanzioni di riflesso stanno cagionando sugli italiani. Nessuna posizione equivoca sulla Russia, che è senza dubbio il paese aggressore".

Ci saranno sacrifici da fare in inverno…

"In quest’ottica, il segretario della Lega ha richiamato la necessità di un sostegno da parte dell’Europa".

Se andrete al governo rimetterete mano alla riforma della giustizia, rimasta a metà?

"Il ministro Cartabia ha fatto un grandissimo lavoro: ma la maggioranza era composta, oltre che da noi e FI, da Pd e 5 Stelle, e il ministro ha dovuto mediare tra posizioni di partiti con idee anche molto diverse sul tema. Questo non le ha consentito di attuare una riforma veramente incisiva. Pd e 5Stelle hanno sempre frenato. Ecco perché il lavoro fatto finora è insufficiente".

Di cosa parliamo quando si fa riferimento a una riforma costituzionale sulla giustizia?

"Innanzitutto, di una riforma del Csm. Una casa da demolire e ricostruire da zero, puntellare non serve".

Vi accuseranno di lavorare contro la magistratura…

"Lo abbiamo messo in conto, ma così non è. Noi siamo contro il correntismo esasperato, di cui la magistratura stessa è la prima vittima. La degenerazione delle correnti mette a rischio l’imparzialità del giudice: perché magari in un’aula di giustizia c’è un pubblico ministero che fa parte di una potente corrente che potrebbe incidere sulla carriera del giudice. Gli scandali degli ultimi anni, come quello fatto emergere da Palamara, hanno reso evidente qualcosa che noi sapevamo da tempo, ovvero che dentro il Csm ci sono correnti particolarmente influenti, in grado di incidere sulla carriera dei magistrati, a prescindere dal merito. E alcune correnti hanno più peso di altre…"

Voi volete anche la separazione delle carriere, giusto?

"Certo. Noi vogliamo anche due distinti Csm, uno per la magistratura inquirente e l’altro per la magistratura giudicante. E a chi ci accusa di porre così l’azione del pubblico ministero sotto il potere esecutivo, rispondo che è un’assurdità; i giudici non devono essere controllati da nessuno, men che meno possono essere alla mercé delle correnti, e devono essere indipendenti dalla politica. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessaria una riforma profonda del Csm, tema sul quale il centrodestra è compatto".

Resta il tema dell’elezione al Csm dei magistrati.

"La soluzione che permette di recidere il legame tra correnti ed eletto è il sorteggio temperato. Nel senso che, fatto un elenco di magistrati con determinati requisiti, si va a sorteggio sulla parte finale dell’elezione. Solo così si estirpa il cordone ombelicale che lega il candidato al suo elettore. Insomma, noi vogliamo che il sistema delle carriere della magistratura diventi meritocratico: non c’è altro modo modo per porre fine alla degenerazione del correntismo interno esasperato".

Dopo la riforma della giustizia, probabilmente il centrodestra di governo dovrà rimettere mano alla legge sulla violenza alle donne.

"Prima di dire quel che farò, vorrei ricordare che, in veste di presidente della commissione Giustizia, ho voluto e mandato avanti la legge sullo stalking, che sta funzionando molto bene. Con la Lega ci siamo poi fatti sostenitori del Codice Rosso, che prevede nuove norme a tutela delle donne, per esempio, sul revenge porn e sui matrimoni forzati, e la riduzione dei tempi tra il momento del deposito di una denuncia e quello in cui lo Stato interviene. Il lavoro non è concluso"

Perché?

"Perché la norma sul Codice Rosso non sempre viene applicata correttamente. C’è scritto che la donna dev’essere ascoltata entro tre giorni dal momento dell’iscrizione della notizia di reato, ma non sempre è così. Questo provoca dei ritardi nella valutazione dell’eventuale applicazione di misure cautelari a carico dell’indagato. Trovare il coraggio di denunciare è tutt’altro che facile e, se si sentono tradite dallo Stato, se hanno la sensazione di non essere tutelate, le donne rinunciano a parlare.

E a proposito di donne non tutelate. La legge elettorale stabilisce regole precise sulla rappresentanza di genere, ma i partiti sono riusciti a trovare il sistema per aggirarla: si mette una donna capolista in più collegi, e sotto tutti uomini. Lei viene eletta, ma è una, e gli uomini sono sempre in numero superiore…

"Nei collegi uninominali la Lega ha candidato il 56% di donne: un dato oggettivo che esprime una volontà ben precisa. Aggiungo che il Codice Rosso esiste perché avevo iniziato a parlare di quest’idea ben prima di candidarmi con la Lega, e Salvini ha fatto in modo di inserirla nel nostro programma. Senza la Lega, il Codice Rosso non sarebbe mai approdato in parlamento".