Giovedì 18 Aprile 2024

La ricerca dei dispersi Si torna sul ghiacciaio ma il pericolo è enorme Un minuto per salvarsi

Parte oggi la missione via terra con esperti, cani e super tecnologia. Al segnale di pericolo valanga, restano pochi secondi per fuggire. I sistemi usati anche a Rigopiano. "Ma il fiuto dei segugi sarà decisivo"

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dall’inviata

Rita Bartolomei

PASSO FEDAIA (Belluno)

Un minuto per scappare, al minimo segnale di pericolo. Sul ghiacciaio della Marmolada per questa mattina all’alba – meteo permettendo – si prepara un’impresa delicatissima. Questa volta si va sul terreno, nel ventre della montagna collassata, per riportare a casa i resti di chi non è mai tornato da quella maledetta escursione, domenica 3 luglio.

In alta quota lavoreranno uomini e cani. I massimi esperti del soccorso alpino – c’è anche la Finanza – aiutati dalla tecnologia che dovrà garantire un sistema di allerta in presa diretta. "Doppler radar e due interferometri", spiega Nicola Casagli, il geologo dell’Università di Firenze specializzato nell’uso di questi strumenti. "Il doppler, costo tra 100 e 200mila euro, lo noleggio in Svizzera. L’ho già usato a Rigopiano e in Valtellina, in Italia sono stato tra i primissimi". Ma perché questa tecnologia così sofisticata non è stata utilizzata anche prima, per indagare sullo stato di salute del ghiacciaio? "Perché ci sarebbero centinaia se non migliaia di situazioni da verificare nell’intero arco alpino – è l’analisi del professore –. Non è pensabile avere strumentazioni così sofisticate per fare prevenzione, questi radar sono di supporto nelle emergenze. Però si possono fare altre cose. Ci sono tecnologie che attraverso l’uso di satelliti possono segnalare zone di criticità, quelle sì poi da monitorare. Ma i crolli come questo della Marmolada sono eventi troppo rari. Non c’è di fatto attenzione istituzionale".

Mauro Gaddo, direttore di Meteo Trentino, aggiunge che i radar "sono usati di solito nelle frane. Ma il ghiacciaio invece è vivo, si muove tutto l’anno. Quindi questi strumenti andrebbero in confusione. Poi teniamo presente che siamo a quote molto alte, e sono apparecchiature delicate. Non avrebbe senso piazzarle su tutto l’arco alpino". Il rischio oggi in quota sarà altissimo. Il radar serve a scattare una foto del ghiacciaio, a segnalarne in presa diretta gli spostamenti. Ma saranno in allerta anche gli occhi esperti delle vedette. "Sicurezza accettabile, non assoluta": la sintesi. Arruolati in questa missione speciale anche i cani della Finanza. Per riportare a casa gli alpinisti sepolti dal ghiaccio saliranno sulla vetta della Marmolada, Etha e Hidalgo, due pastori tedeschi specializzati nei ritrovamenti delle persone travolte dalle valanghe.

Il luogotenente Valter Levis, 64 anni, capo sezione addestramento delle unità cinofile soccorso alpino delle Fiamme Gialle, coordina le squadre che saliranno in vetta. "Sono state scelte aree primarie di ricerca, dove si presume ci siano ancora reperti da ritrovare. Siamo nella parte finale e intermedia del fronte valanghivo". Dovrà essere un’operazione fulminea. Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Soccorso alpino, mette in conto la possibilità di un recupero laborioso. Per questo "interverrà anche un elicottero con un verricello, e gli operatori sotto che scavano saranno legati a quella corda. In modo da poter evacuare immediatamente le persone", in caso di pericolo.

"I cinofili devono cercare col cane ma prima di entrare nell’area aspettano il via libera dalle vedette – spiega Levis –. Loro tengono sotto osservazione la zona alta, dove potrebbe avvenire un altro distacco. Sono tutti in contatto con chi lavora. L’allarme scatta immediatamente". Ma sul fronte di un disastro come questo, vale più la tecnologia sofisticata o il fiuto di un cane? "Tutti i mezzi sono utili – è la sintesi di una lunga esperienza –. Però, quando la tecnologia non è utilizzabile, il fiuto del cane diventa il mezzo migliore. A maggio alla base della parete nord dell’Ortles, due alpinisti sono stati travolti da una valanga, gli apparati Artva non trasmettevano più segnali, i cellulari erano spenti. Ma il cane è riuscito a trovarli".