Giovedì 18 Aprile 2024

La resa dei soldati nell’acciaieria Mosca: "Niente scambio di ostaggi"

Per la Russia i difensori di Mariupol sono nazisti. L’Ucraina li esalta: "Sono gli eroi, hanno salvato Kiev"

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di Alessandro Farruggia

La bandiera bianca sventola sulle rovine della Azovstal e presto sarà sostituita da quella russa. È una resa progressiva, che richiederà qualche giorno per essere completata, dato che il numero totale dei difensori al momento del cessate il fuoco sarebbe secondo fonti russe di 2.227 uomini. Quel che è certo è che gli ucraini dell’Azovstal si sono arresi e lentamente, in piccoli gruppi, disarmati, lasciano i sotterranei dell’impianto industriale per salire sugli autobus messi a disposizione delle truppe russe per portarli nella repubblica di Donetsk.

Dopo i 53 feriti gravi e altri 211 più lievi che sono stati evacuati lunedì, ieri è toccato a circa 300 soldati – almeno un centinaio dei quali apparentemente incolumi – che sono saliti su sette bus scortati da un paio di blindati trasporto truppe e sono stati portati nel Donetsk occupato: nell’ospedale di Novoazovsk e nel carcere di Yelenovka. Le autorità militari russe intendono separare i combattenti del battagione Azov (che sarebbero 804) per portarli nella colonia penale 97 di Mariikvka (vicino a Donetsk) per interrogarli. "Gli investigatori del ministero dell’Interno russo – sostengono i media russi – interrogheranno i militanti che si sono arresi e si trovavano nello stabilimento Azovstal di Mariupol nell’ambito di un’indagine sui crimini commessi dal regime ucraino contro la popolazione civile del Donbass". L’obiettivo è chiaramente trovare almeno qualche ’criminale di guerra’ da additare al mondo, e con il quale cercare di bilanciare mediaticamente i massacri fatti dai russi a Bucha e altrove.

"Il presidente Putin ha garantito che saranno trattati in linea con le leggi internazionali in materia", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ma mentre il governo ucraino sostiene che i militari che si sono arresi saranno scambiati con prigionieri russi, questo è tutto da vedere. La viceministra della Difesa ucraina, Hanna Maliar, ha ribadito ieri che è stato raggiunto un accordo con i russi per uno scambio dei prigionieri che si sono consegnati, ma Mosca non lo ha confermato. Almeno per gli uomini Azov, che per Mosca – ne ha fatto un punto delle propria campagna propagandistica – sono dei nazisti, la strada sembra molto in salita. La Duma, Camera bassa del Parlamento russo, esaminerà oggi una bozza di risoluzione che vieta lo scambio dei combattenti ucraini arresi e evacuati dall’acciaieria Azovstal. Almeno gli Azov. Lo ha annunciato il suo presidente, Vyacheslav Volodin, definendo i membri del battaglione Azov "criminali nazisti" che non dovrebbero essere scambiati. "Sono criminali di guerra – ha aggiunto Volodin – e dobbiamo fare tutto il possibile per portarli davanti alla giustizia".

Tra i problemi legati ad uno scambio tra prigionieri, il fatto che gli ucraini avrebbero solo 6-700 soldati russi prigionieri. Uno scambio 1-1 sarebbe quindi per ora impossibile. Probabile che riguardi quindi i militari che non fanno parte del battaglione Azov.

Gli ucraini da parte loro usano il basso profilo, non parlano di resa, e definiscono eroi i soldati che per 82 giorni hanno difeso la città. "I difensori di Mariupol – ha detto lo Stato maggiore ucraino – sono gli eroi del nostro tempo. Sono per sempre nella storia. La guarnigione di Mariupol ha compiuto la sua missione di combattimento ed è per questo che il comando militare supremo ha ordinato ai comandanti dei reparti di stanza ad Azovstal di salvare le vite dei combattenti". "Il nostro piano – ha detto il ministro della Difesa di Kiev, Oleksy Resnikov – è di preservare le vite della guarnigione di Mariupol. Per questo siamo stati costretti a scendere a patti. Loro hanno eseguito l’ordine datogli di trattenere circa 20mila invasori russi e non lasciarli passare nella regione di Zhaporizia e più avanti. Ed è anche grazie all’eroismo dei difensori di Mariupol che a Kiev noi oggi possiamo stare tranquilli. Loro l’ordine l’hanno eseguito. Sono tutti eroi. Adesso hanno un altro ordine: preservare le proprie vite. Loro servono all’Ucraina". Il problema è che servono anche ai russi.