Martedì 23 Aprile 2024

La reputazione comprata e venduta

Gli emiri, l'Europa e lo scandalo. Il Qatargate ci ricorda che tutto ha un prezzo nel nostro mondo. E che tutto può essere comprato. Anche la democrazia

Agnese Pini

Agnese Pini

Ci sono – come sempre nelle inchieste destinate a lasciare un segno – due facce diverse e complementari nella storiaccia del Qatar e del Marocco, delle valigie di soldi e delle Ong-truffa, del lobbismo europeo e dei partiti di sinistra finiti nel tritacarne della vergogna: la faccia giudiziaria e quella morale. La prima si concentra sul profilo dei protagonisti finora smascherati, arrestati, raccontati. Anche stavolta la tentazione è stata, all’inizio, derubricare Panzeri & Co. a mariuoli qualsiasi, come si disse di Mario Chiesa quando la slavina Tangentopoli era ancora solo una grottesca storia su un mucchio di milioni buttati nel water.

I mariuoli in affari col Qatar hanno tutte le caratteristiche del più tradizionale canovaccio corruttivo all’italiana, con tanto di abbronzature e bionditudini un po’ tamarre, borsate di banconote, una pericolosa mescolanza di affari e affetti, tra suoceri, papà, fidanzate, mariti, amici. La bella vita degli uomini prezzolati, degli affaristi disgraziati.

Oggi come trent’anni fa non solo scopriamo, ora dopo ora, che i mariuoli avevano dato vita a un sistema, ma che come sempre al reato penale si sovrappone quello che comunemente si chiama l’andazzo: e cioè il brodo politico e culturale su cui l’inchiesta dei procuratori belgi sta cercando testimoni, connessioni e prove di reato, e che ci spalanca inevitabilmente nuove prospettive su istituzioni e politica. Ed ecco, fatalmente, l’altra faccia dell’affaire Qatar. Uno Stato che ha elevato la corruzione a prassi istituzionale per comprare il bene più immateriale, volatile e prezioso: la reputazione. Un salto di qualità rispetto alla corruzione occidentale, che in genere si basa su schemi molto più materiali. Soldi per fare soldi per fare soldi.

Qui invece le tangenti comprano i politici per comprare prestigio. L’andazzo, dicevamo: lungi dal voler adombrare colpe e sospetti penali, è un fatto che la politica delle nazioni europee molto spesso si sia lasciata sedurre dalle sirene degli emiri. In Italia, come in Francia, come in Gran Bretagna. Lo scandalo che sta venendo a galla rappresenta da questo punto di vista un pericoloso upgrade: perché a essere colpita è l’istituzione Europa. Di cui il Parlamento rappresenta da sempre, con tutti suoi limiti e le sue perfettibilità, il santuario dei più alti e solenni valori. Così il Qatargate ci ricorda, banalmente, che tutto ha un prezzo nel nostro mondo. E che tutto può essere comprato. Proprio tutto, anche la democrazia.

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