La renziana e l’uomo coop: il match è servito

Primo confronto per le primarie tra Isabella Conti e Matteo Lepore. Lei punta sul "cambio di marcia", lui vuole imitare Barcellona

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di Rosalba Carbutti

L’uomo dell’Apparato contro la sindaca anti-cemento. Il primo duello tra Matteo Lepore, assessore alla Cultura di solidi valori Pd, vicino alle coop, e Isabella Conti, la prima cittadina di Italia Viva, prima dem poi renziana, è stato sull’ambiente. E a casa dei Verdi (che giovedì decideranno con chi schierarsi), dopo giorni di attacchi, rincorse, gelo in piazza, il primo confronto delle primarie più vere della storia di Bologna ieri ha scritto un copione quasi all’insegna del fair play. Tra strette di mano all’amuchina, foto di rito e sorrisi un po’ tirati. Ma già da quel "benvenuta a Bologna" di Lepore alla Conti che amministra San Lazzaro, paese di oltre 30mila anime alle porte della città, c’è già chi ci legge una prima schermaglia.

Per il resto, il primo match finisce uno a uno. Lui, fresco dell’accordo a sinistra con la consigliera di Coalizione civica Emily Clancy ed Elly Schlein, vicepresidente in Regione, regina di preferenze per Coraggiosa che comprende anche LeU, ostenta una maglietta pro Ddl Zan. E subito dopo incassa il sostegno stellato del sottosegretario Sibilia con cui si vede per un caffè. Insiste su "Bologna città più progressista d’Italia", rivendica progetti e cose fatte nei dieci anni di amministrazione. Cita numeri, percentuali, progetti. Immagina una città che somiglia a Barcellona, forte dei risultati ottenuti da titolare al Turismo. È un po’ ingessato, ma molto concreto.

Lei, invece, fa di tutto per smarcarsi dall’ingombrante presenza di Matteo Renzi. Dopo essersi dimessa dagli incarichi direttivi di Iv, incontra cittadini, commercianti, comitati anti-degrado. Già due assessori della giunta Merola sono con lei, e il titolare alla Sicurezza, Alberto Aitini, di Base Riformista, ma mai renziano, se vincerà sarà il suo vicesindaco. Per il resto, ha incassato l’ok dell’eurodeputata Elisabetta Gualmini, di Base riformista e di qualche esponente locale. Ma i dem – che a Bologna alle Regionali hanno conquistato il 40 per cento – stanno tutti con Lepore. Da Enrico Letta al sindaco Merola a Stefano Bonaccini che, ieri, ha twittato: "A Bologna decidono le primarie, l’importate è stare insieme il giorno dopo".

Intanto, nel fuoco di fila di 14 domande, in un confronto all’americana, con tre minuti ciascuno per risposta e clessidra conta-tempo, la Conti ha ripetuto più volte le parole "coraggio" e "libertà". Ha rivendicato la sua battaglia contro la colata di Idice, le sue posizioni contro i poteri forti. Si è smarcata dalla critiche, dopo che alcuni esponenti di centrodestra hanno scelto di votare per lei, superando a sinistra su certi temi – come il Passante, l’allargamento di tangenziale e autostrada – il rivale. Isabella va all’attacco, punta tutto sul "cambio di marcia" e sulla "necessità di far sognare i cittadini".

Matteo, dopo un inizio di campagna elettorale aggressiva ("abbiamo fermato Salvini, fermeremo anche Renzi") ha cambiato registro. E, ieri, è stato quasi moderato. Non ha risparmiato, però, una stoccatina finale: "La scelta vera sarà tra chi propone un noi e chi un progetto che fa rima con io". Ogni riferimento a Renzi (non) è puramente casuale.