Venerdì 19 Aprile 2024

La regione più colpita fa pochi vaccini Un altro flop, scoppia il caso Lombardia

Somministrato solo il 3% delle dosi ricevute. La replica di Gallera, assessore al Welfare: "Abbiamo voluto garantire le ferie ai sanitari"

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di Giambattista Anastasio

La Lombardia è tra le regioni che finora hanno somministrato il minor numero di vaccini contro il Coronavirus. Un dato che emerge dal report pubblicato sul sito del Ministero della Salute. Un dato che ha fatto sì che il nuovo anno iniziasse da dove era finito il precedente: la polemica sulla gestione dell’emergenza sanitaria da parte della Regione. Nel dettaglio, la Lombardia ha finora ricevuto dal Governo 80.595 dosi di siero anti-Covid. Decisamente distanziate la seconda e la terza regione per numero di dosi ricevute: la Sicilia (46.510) e il Lazio (45.805). Ovvio che la Lombardia ne abbia avute di più, se si considera che al virus ha pagato il prezzo più alto. Quanto alle dosi somministrate, però, la Lombardia si ferma a 2.416 (dato pubblicato dal ministero alle 18.34 di ieri): il 3% delle dosi ricevute. Peggio della Lombardia hanno fatto solo Basilicata, Calabria, Molise, Sardegna e Valle d’Aosta. In testa alla graduatoria sono la Provincia autonoma di Trento, che ha sommistrato il 34,8% delle dosi, il Lazio (23%) e l’Umbria (19,8%). Meglio della Lombardia hanno fatto le altre 4 regioni particolarmente colpite dalla pandemia: Veneto (15,5%), Piemonte (14,7%), Campania (9,2%) ed Emilia Romagna (7,2%). Da qui la polemica.

"Dopo il flop della campagna vaccinale antinfluenzale, la Lombardia è in ritardo per le vaccinazioni anti-Covid. Siamo la regione di gran lunga più colpita dalla pandemia, perché non ci siamo preparati meglio degli altri?" chiede Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd. "L’europarlamentare leghista Ciocca – ricorda Astuti – ha chiesto che in Lombardia arrivassero più dosi che al centro e al sud, poi la realtà è questa. Ennesima brutta figura della Regione simbolo della Lega". "Il confronto con le altre Regioni è disarmante – attacca Marco Degli Angeli, consigliere lombardo del M5S –. Evidentemente al Pirellone l’anno inizia il 19 gennaio, col primo Consiglio regionale".

Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, spiega che la campagna vaccinale vera e propria inizierà il 4 gennaio e che questa scelta è stata fatta per preservare le ferie dei medici e dei sanitari lombardi dopo le fatiche del 2020. "Partirà dal 4 gennaio, secondo la programmazione originaria, la vaccinazione del personale delle aziende ospedaliere, degli istituti di ricerca, degli ospedali privati e delle Rsa. Si prevede una capacità di somministrazione iniziale fino a 10.000 dosi al giorno, che potrà essere incrementata fino a 15.000 – sottolinea l’assessore –. Questi numeri saranno in grado di coprire la popolazione sanitaria delle strutture con l’obiettivo di raggiungere il requisito di ’Covid free’, rispettando la scadenza fissata per tutte le regioni. Chi utilizza graduatorie riferite a 3 giorni, di cui uno festivo, per cavalcare polemiche pretestuose, dimostra assenza di responsabilità istituzionale e politica. Per l’avvio della campagna vaccinale sono state consegnati il 27 dicembre 1.620 dosi. Dal 30 dicembre, giorno in cui abbiamo ricevuto nuove dosi, si è proceduto in alcuni ospedali alla somministrazione di vaccini prevedendo di proseguire in modo massiccio e puntuale dal 4 gennaio. Una scelta motivata anche dal fatto che nei giorni delle festività parte del personale ha goduto di un sacrosanto riposo, visto che da febbraio è sotto pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio".