Non è semplice per un fantino, seppure ormai una crack jockey, diventare una star internazionale. A lui, Gianfranco Frankie Dettori, è riuscito. Nel passato si contano sulle dita di una mano personaggi che abbiano avuto altrettanta fama nel mondo dell’ippica. Certamente Fred Archer nell’Ottocento inglese, Tod Sloan negli Stati Uniti all’inizio del Novecento, l’altro americano Steve Cauthen, il francese Yves St Martin, l’inglese Lester Piggott, il baronetto. E poi lui, Frankie, i cui geni attitudinali sono strettamente legati a quelli del padre Gianfranco che a San Siro e in tutti gli ippodromi italiani era chiamato "il mostro". Per la sua bravura in pista, ovviamente. Ma Frankie, è andato oltre, diventato una leggenda dell’ippica e una star anche fuori dagli ippodromi. Lei ha avuto vari riconoscimenti internazionali, naturalmente anche in Inghilterra. "È vero". Direttamente dalla regina Elisabetta? "Sì, sono stato nominato Cavaliere dell’Ordine dell’Impero Britannico per meriti sportivi. Era inevitabile che accadesse (sorride). Come sappiamo, la regina è una grande appassionata di cavalli da corsa e lei stessa possiede una scuderia storica". Il suo collega Lester Piggot, però, fu nominato Baronetto... "Buon per lui". Che impressione le ha fatto ricevere quell’attestato dalla mani di un personaggio tanto importante e celebrato? "Avevo già incontrato la regina in altre occasioni quando aveva voluto complimentarsi con me dopo importanti vittorie ottenute ad Ascot o a Epsom o a Newmarket. È una donna molto gentile. Le si illuminano gli occhi quando può parlare di cavalli". Frankie, lei vive da molti anni a Newmarket dove ha sposato l’inglese Kathryn, e ha avuto cinque figli…. "Già tutti fidanzati!" La domanda è un’altra: dopo una vita vissuta nel Regno Unito quanto si sente ancora italiano? "Al cento per cento". Quindi si sente più repubblicano che monarchico…. "È una cosa diversa. In Italia la repubblica è un’istituzione ancora ...
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