Giovedì 25 Aprile 2024

La reazione dell’America ferita Biden: "Colpiremo i terroristi"

Il presidente piange in tv: "L’evacuazione continua nei tempi stabiliti". Trump ne chiede le dimissioni

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di Giampaolo Pioli

"Vi daremo la caccia e ve la faremo pagare". La reazione del presidente Biden nella notte è ferma quasi rabbiosa pur con toni pacati. "L’ attacco terrorista a Kabul - prosegue - è stato compiuto dall’Isis-K: li cercheremo dovunque si trovino anche con operazioni militari non rilevanti, ma li prenderemo e non dimenticheremo. L’America non si farà intimidire dal terrorismo". Quanto alla presunta collusione tra talebani e Isis, dice: "Non abbiamo prove per ora". "Sono in contatto con i generali sul campo e darò loro tutti i mezzi necessari se me lo chiederanno per completare la nostra missione", insiste. È un presidente commosso quello che si presenta davanti ai giornalisti e alle telecamere. Piange ricordando "i nostri soldati caduti in queste ore, eroi che avranno per sempre la nostra riconoscenza per il loro altruismo. Definisce l’Afghanistan "una terra di tribù" tornando dunque a difendere la decisione di lasciare il Paese. "Non sarà possibile evacuare ogni afghano che vuole andarsene", aggiunge.

Biden afferma che i terroristi dell’Isis che si erano annidati nel Khorasan non avranno scampo, anche se la loro influenza si estende in territorio pachistano. Il presidente conferma che si sono aperti canali di comunicazione con i talebani e potrebbero proseguire anche dopo il 31 agosto per far uscire dal Paese il maggior numero di persone possibili, mentre non esclude che ci possano essere nuovi attentati nelle prossime ore. La rivendicazione dell’isis però da certezze alle forze speciali americane e alla Cia che sono già sul terreno e potrebbero colpire i nuovi leader terroristi in qualsiasi momento.

La foto della “situation room” della Casa Bianca a 10 anni di distanza dalla notte di Abbottabad, quando venne ucciso Bin Laden, sembra la stessa. Le facce rimangono sconvolte ma le posizioni sono rovesciate.

Nel 2011 era l’America ad attaccare e uccidere il leader di Al Quaeda nel suo rifugio in Pakistan. Adesso è l’America sotto attacco a Kabul nelle ultime 72 ore che separano dall’ultimatum del 31 agosto e con dozzine di marines diventati bersagli facili dall’Isis. "La missione continua nei tempi stabiliti", spiega il presidente.

Non sembra la fine delle ostilità, come dicevano i talebani una volta occupata Kabul, ma il ritorno del terrorismo di Isis-K e anche di Al Quaeda, che evidentemente non se n’è mai andata dall’Afghanistan. Deputati e senatori americani soprattutto repubblicani chiedono la convocazione straordinaria del Coingresso prima del 31 agosto per costringere Biden a usare una maggior forza aerea o militare per proteggere l’uscita degli ultimi 4.500 soldati Usa. "Se ci sarà bisogno aumentermo le forze in campo", promette comunque il presidente. Per il quale sono i giorni più duri e difficili della sua presidenza. Donald Trump dopo le stragi di Kabul è tornato a chiedere le sue dimissioni.

Le prossime ore saranno tremende. Non solo per gli afghani collaboratori ormai senza speranza se sono fuori dai cancelli, ma anche per chi è dentro perché gli attacchi dei kamikaze dell’Isis, annunciati con giorni di anticipo, improvvisati o pianificati, sono assolutamente imprevedibili. Il presidente Usa si è barricato tutto il giorno nella “situation Room” cancellando e rinviando ogni impegno compreso l‘incontro col neo-premier israeliano Bennet.

Nei giorni scorsi Biden ha mobilitato gli uomini della Cia le truppe speciali per infiltrarli tra i profughi ammassati ai cancelli e intercettare eventuali terroristi, ma non è bastato. Il caos e la fretta hanno favorito i kamikaze del terrore, che non hanno esitato a colpire anche i talebani padroni del Paese ma considerati "traditori dell’islam". Il Pentagono ha dichiarato in serata che aerei speciali volano costantemente sull’aeroporto di Kabul per intercettare e prevenire le cinture bomba.