
"Due popoli due Stati". "Siamo con voi". "La reazione di Israele sarà proporzionata". "Hamas non rappresenta la Palestina". "Gaza non va evacuata". Servono "corridoi umanitari". Israele avrà pace e sicurezza "riconoscendo ai palestinesi i loro legittimi diritti". Gaza "come Leningrado". È una matassa diplomatica con le migliori intenzioni quella che si dipana tra Israele, Medio Oriente, Golfo e principali attori internazionali, ma tanto febbrile dinamismo resta senza approdo. Anzi, fonti saudite svelano a Reuters che, dopo i colloqui Ryad-Teheran, "l’Arabia sta congelando i piani sostenuti dagli Stati Uniti per normalizzare i legami con Israele". È la soffiata che esalta Hamas al termine di una giornata convulsa.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani vola in Israele, incontra il suo omologo Eli Cohen e il cardinale Pierbattista Pizzaballa (patriarca di Gerusalemme dei Latini). "Hamas è come l’Isis, le SS, la Gestapo – dichiara il responsabile della Farnesina –. Nessuno può pensare di cancellare Israele dalla carta geografica. Siamo convinti che i paesi arabi possano isolare Hamas e il suo tentativo di impedire qualsiasi dialogo, cioè l’esatto contrario di quello che vuole l’Italia portatrice di pace". Obiettivo: "Tutelare la presenza dei cristiani in Palestina". Ancora: "Ho incontrato i familiari dei tre italiani. Il governo sta facendo il massimo per la liberazione, è la nostra priorità. Ritengo che la reazione di Israele ad Hamas sarà proporzionata". E la richiesta al pari ruolo giordano Ayman Safadi è mediare la "de-escalation".
Il segretario di Stato americano Antony Blinken vede il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ad Amman (mentre la Cisgiordania è in fiamme). Blinken ribadisce "il legittimo diritto del popolo palestinese alla dignità, alla libertà, alla giustizia e all’autodeterminazione". "La sicurezza e la pace si ottengono riconoscendo al popolo palestinese i suoi diritti legittimi", replica in un gioco di specchi l’87enne leader sempre più sotto pressione. Ora solo "corridoi umanitari", auspica la guida dell’Anp. Abu Mazen dice infatti no, con tutte le forze, allo "sfollamento di Gaza: equivarrebbe a una seconda ‘Nakba’ del nostro popolo". E di Gaza parla anche il presidente Usa Biden: "La crisi umanitaria a Gaza è per una priorità".
"Gaza sta rapidamente diventando un buco infernale. L’appello delle forze israeliane a spostare un milione di civili è orrendo. Porterà livelli di miseria senza precedenti e spingerà le persone nell’abisso", dice Philippe Lazzarini, commissario Unwra (l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi). In serata arriva l’assist della Casa Bianca: "Nessuna consultazione preventiva prima che le forze israeliane emettessero l’ordine di evacuazione", fa sapere John Kirby, coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale. Blinken va in Qatar e riconosce i rischi: "Molte famiglie palestinesi a Gaza stanno soffrendo senza colpe. Piangiamo la perdita di tutte le vite innocenti". E chiede a Israele di prendere "ogni precauzione".
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola visitano il kibbutz degli orrori a Kfar Azza. Von der Leyen: "Sono atti di guerra. Siamo amici di Israele che ha il dovere di proteggere il suo popolo". E da Metsola parte l’invito ad Hamas "a rilasciare gli ostaggi" e "a non usare i civili come scudi umani". Anche il presidente russo Vladimir Putin si scopre pacifista: "Israele ha dovuto affrontare un attacco senza precedenti. Ma nonostante l’amarezza di entrambe le parti, dobbiamo pensare alla popolazione civile". E paragona l’"inaccettabile" assedio di Gaza a quello nazista "di Leningrado" tra il 1941 e il 1944.