La rabbia di Melissa Satta "Porto sfortuna a Berrettini? Schifosi insulti sessisti"

La rabbia di Melissa Satta  "Porto sfortuna a Berrettini?  Schifosi insulti sessisti"

La rabbia di Melissa Satta "Porto sfortuna a Berrettini? Schifosi insulti sessisti"

di Patrizia Tossi

Accusata di portare sfortuna, Melissa Satta non ci sta. L’ex velina lancia il sasso nell’acqua stagnante dei social, per accendere i riflettori sul sessismo strisciante che cerca sempre una colpevole: la donna di turno. "Da tempo subisco insinuazioni e insulti per la mia relazione", ha detto martedì a Le Iene la compagna del tennista Matteo Berrettini: "La tentazione irresistibile, quando qualcosa nella vita di un uomo va storta, a dare la colpa alla sua donna. Alla strega capace di prosciugargli talento e buona sorte", ha sottolineato la showgirl.

Tutto è iniziato con un infortunio del tennista 27enne, costretto a ritirarsi dal torneo Master 1000 di Montecarlo per una lesione agli addominali obliqui. E subito ad accusare la fidanzata. "All’inizio erano solo commenti sui social – ha ricordato lei – e a quelli, purtroppo, ti ci abitui pure. Ma quando il mio fidanzato è stato costretto a ritirarsi da un torneo per infortunio, ho capito che il problema era ben più grosso". È la caccia alle streghe del 21esimo secolo, quel sottile filo conduttore dai titoli di alcuni giornali agli attacchi degli hater. "Un importante quotidiano ha titolato: “Melissa Satta porta sfortuna“. Un titolo che non solo è inaccettabile, ma che è indice del sessismo profondo che la nostra società ha interiorizzato".

"Cherchez la femme" scriveva Dumas più di 160 anni fa. L’ha ricordato l’ex velina di Striscia nell’intervento nella trasmissione condotta da Teo Mammucari e Belén Rodriguez. "Ma avete mai letto il contrario? Avete mai letto sui giornali un titolo in cui un uomo di successo è accusato di portare sfortuna alla sua compagna? Ve lo dico io: no, perché quel titolo nessuno lo ha mai scritto", è la domanda retorica: "Questa voglia di incolpare, di distruggere l’altro, è la stessa a cui ogni giorno sono esposte tante giovani sui social e che da madre non voglio che mio figlio debba mai conoscere. La prossima volta che vi verrà voglia di scrivere un commento di odio, provate a fermarvi un attimo e a riflettere sui motivi per cui provate quell’odio. Potreste iniziare davvero a scoprire molto su di voi. E, forse, a diventare anche persone migliori".