La rabbia dei ragazzi ci seppellirà

Davide

Rondoni

L’Italia non sarà annientata dal Covid ma dalla rabbia dei ragazzini. Mentre tutti sono concentrati sulla peste che sta uccidendo e deprimendo il Paese, e sui soldi che dovrebbero ’ristorarci’, dal vero abisso arrivano segnali che però sembriamo non voler cogliere. Quella rabbia sorda, che esplode ogni tanto, come l’altro giorno a Monza, dove due ragazzini di 14 e 15 anni hanno ucciso un pusher a coltellate. I dati pubblicati dal Corsera (cronaca di Milano) sono feroci: secondo il Consiglio nazionale delle ricerche in quella provincia un quindicenne su cinque fa uso di sostanze stupefacenti, naturali e sintetiche e di antidepressivi. Modi per sedare una rabbia, un disagio, una solitudine, un sentimento di schiavitù. Sentimenti narrati e esaltati dalla musica riversata con colpevole irresponsabilità da mediocri artisti e da musica di consumo. Cose che nascono nello sfascio di famiglie, nel fallimento di una scuola burocratica e sindacale.

Cose che nelle periferie delle maggiori città europee hanno generato da tempo problemi anche di ordine pubblico e che immergono la cosiddetta capitale morale ed economica d’Italia in una luce sinistra, livida, disperata. Sentiamo i capi politici parlare di rinascita, di ripresa, ma che rinascita sarà mai possibile se tra i giovani gira questa peste orrenda, che taglia le gambe e il senso del futuro? Naturalmente questa bomba educativa, questa trincea non interessa quasi nessuno. Se non a pochi adulti impegnati a creare luoghi di educazione e di amicizia. Basta vedere le ripartizioni del Recovery plan per vedere che altre cose interessano molto di più dei nostri giovani. Le ferrovie, la ideologia di genere, la pubblica amministrazione. Spacciando la menzogna che offrendo più accesso alla rete e alla didattica on line sia il modo per aiutarli ad affrontare la vita. Intanto loro si impasticcano, stordiscono. E nutrono l’ira dell’abbandono.