Venerdì 19 Aprile 2024

La prof che occupa il liceo "Basta Dad, una catastrofe"

Ravenna, l’insegnante di storia è decisa: qui per difendere gli studenti. Da lunedì rientro delle superiori al 50%, ma la Lombardia rinvia al 24 gennaio

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di Filippo Donati

Ha passato la notte, da sola, all’interno del liceo Torricelli-Ballardini di Faenza, Gloria Ghetti, 49 anni, insegnante di storia e filosofia, fra le principali anime del comitato nazionale Priorità alla scuola. La docente è passata ai fatti: al termine della ormai consueta lezione tenuta per protestare contro la didattica a distanza negli spazi esterni del liceo, ha deciso di occupare l’istituto.

Professoressa, come ha trascorso la nottata?

"Ho con me alcuni libri: Carlo Levi, Rosa Luxemburg. E ovviamente il gel igienizzante: la mia è una battaglia per la scuola sicura".

Mai in Italia era successo che a mettere in atto un’occupazione fosse un docente. Il mondo della scuola è ormai sottosopra?

"Sono qui in nome del diritto degli studenti a frequentare le lezioni in aula. La chiusura degli istituti e la didattica a distanza stanno producendo una catastrofe generazione che peserà sulle vite di quei ragazzi, sulla vita dell’Italia, per decenni. Dobbiamo dire no alla retorica che ha messo nel mirino gli studenti quale un pericoloso veicolo di contagio, arrivando a descriverli come una minaccia per la vita dei loro nonni. Ai miei studenti, a quelli di altre classi o di altre città voglio dire: "non siete una minaccia". Abbiamo le armi per contrastare il contagio: come Priorità alla scuola chiediamo che si acceleri per vaccinare gli insegnanti il prima possibile, in modo da far ripartire a pieno regime ciò che rimane dell’anno scolastico".

Basterà? Gli studenti non potranno vaccinarsi nel breve periodo, pare.

"Per quanto riguarda i ragazzi chiediamo uno screening puntuale analogo a quello che è stato attuato in vari istituti di Firenze. Il monitoraggio accurato di circa 10mila studenti ha portato a individuare immediatamente le positività, in modo da isolare subito i soggetti che avevano contratto il virus. I quali, mi preme ricordarlo, sono stati appena una dozzina".

Il mondo della scuola ha compiuto anche alcuni errori, secondo lei?

"Per consentire ai ragazzi di poter tornare sui banchi ci si sarebbe dovuti mostrare pronti a tutto, anche alle aperture pomeridiane, anche ad organizzare due o tre turni di lezioni al giorno. Qualunque di queste opzioni sarebbe stata preferibile, per noi insegnanti così come per gli studenti, alla didattica a distanza".

Come hanno reagito i suoi alunni, ma anche il preside e i colleghi, alla sua intenzione di occupare l’istituto?

"Sto compiendo qualcosa di illegale: è normale che alcuni possano esprimere dei dubbi. Da parte dei miei studenti ho percepito grande sostegno. Alcuni hanno addirittura ipotizzato di prendere parte all’occupazione insieme a me, ma ho ovviamente impedito loro di faro. Non voglio che possano subire conseguenze ancora più grandi di quelle che già si sono abbattute su di loro. Gli altri prof? Spero che il mio non rimanga un gesto isolato, che altre voci si alzino in giro per l’Italia per riportate gli studenti in classe".