La preside: rischio contagio, bimbi zitti a mensa

CASTANO PRIMO (Milano)

Abolire, o comunque ridurre, le chiacchiere e il vociare degli studenti in mensa per evitare la diffusione dei contagi. È tra le raccomandazioni dei protocolli anti contagio. Per evitare di arrivare a chiudere la scuola nel caso di un elevato numero di contagi Maria Merola, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Falcone e Borsellino (scuola primaria) di Castano, nel Milanese, ha chiesto aiuto ai genitori con una comunicazione pubblicata sul sito della scuola che ha subito sollevato polemiche.

"In questo particolare momento di emergenza sanitaria – si legge nella comunicazione –, essendo il pranzo il momento più delicato, si chiede ai genitori di supportare la scuola affinché la mensa diventi il più possibile luogo sicuro di consumazione del pasto, sollecitando i bambini a limitare, se non abolire, le chiacchiere, in modo da poter continuare a garantire questo servizio". Un invito, più che un obbligo. La comunicazione ha già fatto scattare le reazioni stizzite dei genitori: "L’ora del pranzo è l’unico momento della giornata in cui i bambini non indossano la mascherina e possono socializzare senza costrizioni...". Malumore quindi, eppure... Eppure quanto ha indicato la dirigente non è una novità assoluta. Anche nelle scuole elementari di Como nei mesi scorsi era stata introdotta questa misura. Altri esempi a Monza e a Modena. In difesa della preside, il sindaco della città del Milanese, Giuseppe Pignatiello: "La preside ha correttamente chiesto aiuto ai genitori. Il refettorio è il luogo della scuola dove maggiormente è alto il rischio contagi. Per favorire la convivialità, ci sono spazi più adeguati, come quelli esterni".

Giovanni Chiodini