La premier tesse la sua tela con l’Europa

Bruno

Vespa

Gli interventi di Giorgia Meloni al Forum in Masseria e quelli dei primi tre ministri degli otto invitati (Schillaci, Salute; Crosetto, Difesa; Lollobrigida, Agricoltura) confermano che il governo fa progetti di natura pluriennale per affrontare sfide fino a ieri imprevedibili: dai nuovi sistemi di difesa all’intelligenza artificiale, dalla tutela del sistema agricolo alla rivoluzione di quello sanitario. Dicendo di voler riassegnare all’Italia un ruolo primario in Europa, il presidente del Consiglio non ha esagerato: le elezioni europee dell’anno prossimo potrebbero ridisegnare la mappa del potere continentale con un ruolo essenziale dei conservatori di cui Meloni è presidente. Sostenuta dal capogruppo del Ppe, il bavarese Manfred Weber, ha un eccellente rapporto con Ursula von der Leyen che punta alla conferma e potrebbe aver bisogno dell’appoggio dei conservatori.

Domani accompagnerà in Tunisia Meloni per promettere soldi europei, in attesa di quelli del Fondo monetario internazionale, per evitare che questa estate le nostre coste vengano invase da centinaia di migliaia di tunisini. I Paesi del Nord hanno capito finalmente che se vogliono evitare di vedersi piovere in casa i migranti sbarcati in Italia (i famosi movimenti secondari) devono ad aiutarci a non farli arrivare. È questo l’accordo con il cancelliere Scholz e anche con Mark Rutte, primo ministro olandese, anche lui parte della comitiva che andrà domani a Tunisi. La conoscenza delle lingue e l’empatia della Meloni le hanno consentito di usare con i suoi colleghi europei un linguaggio franco e diretto che evita gli equivoci e talvolta semplifica le soluzioni. Questo le ha consentito di chiudere sostanzialmente la trattativa per l’erogazione dei 19 miliardi della terza rata del Pnrr e di rilanciare una trattativa sul Mes che Meloni non vuole sottoscrivere se non si arriverà ad una sua completa revisione. I prossimi mesi saranno decisivi per la partita europea e per i suoi forti riflessi italiani.