di Lorenzo
Bianchi
"Per me Marrakech è il cuore del Mediterraneo e del Maghreb. Lì si raccontano le storie, anche quelle del Medio Evo, non scritte, ma tramandate di generazione in generazione. Da lì è partito tutto, in primo luogo la cultura. È unica nel suo genere e anche gli abitanti sono unici". Souad Sbai, 62 anni, già parlamentare italiana e presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia, originaria del Settat, regione di Casablanca, caporedattore della agenzia ’Al Maghrebiya Italia’, pensa alla Jamaa el Fna, quello spazio centrale dell’antica città vecchia, la medina, che di mattina è un grande mercato all’aperto. Verso sera però le bancarelle si ritirano e lasciano il posto a tavole e panche per consumare alimenti preparati sul momento, un luogo di cibo che a sua volta più tardi cede il passo a musicanti e cantastorie. Il nome potrebbe essere tradotto come ’Moschea del nulla’.
Ricorda il progetto di costruirvi un luogo di culto che non è stato mai realizzato. "Marrakech è unica – aggiunge Sbai – anche la sua gente lo è. Gente gioiosa, che canta sempre e racconta. È piccola, bella, solare. La moschea Koutoubia era la frequentata da poeti e filosofi, primo fra tutti Averroè. E anche da Ibn Khaldoun che ha innovato il modo di narrare la storia". Oggi Marrakech è la città più visitata dai turisti stranieri che a volte sentono il bisogno di piantare radici. Nicolas Sarkozy e Carla Bruni alloggiano nella loro villa di 1500 metri quadrati, otto stanze da letto, un centro benessere e una piscina all’aperto, forse un regalo del re Mohammed VI. "Io sono convinta – prevede Souad Sbai – che i marrakshin, gli abitanti della città, non si perderanno d’animo, che stiano già pensando a ricostruire tutto. In passato subirono un bruttissimo attentato terroristico e sono ripartiti. Di sicuro si riprenderanno. Ripartire fa parte dell’animo dei Marraqshin. Sono gioiosi, amano la vita e la musica. Sono particolari, trasmettono gioia di vivere. Ora spetta a tutti noi dare una mano. Loro di sicuro non si perderanno d’animo".
Uno dei vanti della città è stata la sua cospicua comunità ebraica, 25.646 persone nel 1936, che accolse in tutto il XX secolo centinaia di ebrei berberi emigrati dalla catena montuosa dell’Atlante. Nella sua lunga storia Marrakech, fondata nel neolitico da contadini berberi, si è trovata più volte a partire da zero. La città attuale fu fondata nel 1062 da Abu Bakr inb Omar che fece costruire moschee e molte scuole coraniche, le ’madrasse’. Le famose mura rosse della città in pietra arenaria risalgono al 1122. Nel XVI secolo il sultano Mulay Isma II sconfisse i sadiani, i signori della città, fece radere al suolo Marrakech, risparmiando solo le loro tombe, e spostò la capitale a Meknès. Marrakech è sempre risorta. Oggi le sue attività commerciali sono seconde solo a quelle di Casablanca.
Nel 2009 il primato storico e culturale di una delle quattro capitali dell’impero si è arricchito di un altro passo cruciale. Nelle elezioni municipali del 12 giugno ha vinto Fatima Zahra, 33 anni, la seconda sindaco donna del Paese dopo quella di Essaouira. Zahra è stata riconfermata nel 2021. Re Muhammad VI ha lavorato con convinzione per una maggiore partecipazione femminile nella vita pubblica. Una donna è stata nominata prefetto di Casablanca. Fatima al -Mansouri, un avvocato, aveva ottenuto in consiglio comunale 54 voti contro i 33 del primo cittadino uscente Omar al- Jazuli. Il padre era stato pasha di Marrakech. Fatima ha studiato in Francia e si presentava con l’appoggio del ’Partito dell’Autenticità e della modernità’ costituito nel 2008 da Fuad al– Himma, un esponente politico molto vicino al re.