La pasionaria diventata leader Elly, da ‘0ccupy Pd’ al Nazareno

Amante dei videogiochi e della musica indie, volontaria in Usa per la campagna di Obama alla Casa Bianca. Dal partitone era scappata nel 2015 con Civati, poi qualche mese fa il ritorno (con l’obiettivo di scalarlo)

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di David Allegranti

Due donne ai vertici di governo e opposizione. Per ritrovare una situazione simile, adesso, in Europa, bisogna salire in Finlandia, dove la capa del governo, Sanna Marin, e la capa dell’opposizione, Riikka Purra, sono donne. E ora, grazie a Elly Schlein, c’è una donna anche a capo del principale partito di centrosinistra in Italia. Al governo, come noto, c’è già da qualche mese Giorgia Meloni, prima presidente del Consiglio donna. Schlein invece domenica scorsa ha battuto Stefano Bonaccini, di cui è stata vicepresidente in Regione Emilia-Romagna, ed è diventata la prima segretaria del Partito Democratico grazie alle primarie, rovesciando il risultato dei congressi di circolo che invece avevano incoronato il governatore.

Deputata neo-iscritta al Pd, amante dei videogiochi (su tutti Monkey Island) e della musica indie-rock, volontaria alle campagne elettorali di Barack Obama, Schlein mancava dal partito di largo del Nazareno dal 2015. Se n’era andata con Pippo Civati facendo molto rumore. "Me ne vado anch’io, insieme a Pippo Civati. È troppo tempo che non mi riconosco più in nulla di quello che fa questo governo", disse l’allora eurodeputata Schlein, svizzera di Lugano, figlia di due professori universitari, nel maggio 2015: "Vale la pena di lottare dentro al partito finché c’è il partito, ma io temo che il partito non esista più e si sia trasformato in un’altra cosa, molto diversa da quella cui avevamo entusiasticamente aderito e da ciò che era nato per essere, perno della sinistra che vogliamo". Senz’altro, ora, le ambiguità – uno dei problemi del Pd sin qui è stata l’identità indefinita – sono terminate. Il Pd è ora un autentico partito di sinistra.

"Saremo un bel problema per il governo", ha intanto detto Schlein domenica sera, nel suo primo discorso da leader del Pd e da anti-Meloni (è l’esatto opposto della presidente del Consiglio, che è Giorgia, italiana, madre e cristiana), spiegando il Pd che sarà. Dal lavoro all’ambiente. Sì al salario minimo, sì al reddito di cittadinanza (da migliorare, dice), sì alla redistribuzione, sì ai diritti ("Dobbiamo batterci per una legge contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessismo"), no al Jobs Act, che le ricorda troppo la stagione renziana.

"A Renzi va un altro merito: di aver spinto me e tanti altri fuori dal Pd con le sue scelte scellerate, con una gestione arrogante e incapace di fare sintesi delle diversità, dopo aver calato dall’alto riforme come il Jobs Act, lo Sblocca Italia, la riforma costituzionale che non erano passate né dal voto né dalle primarie", aveva detto al Monk di Roma, nel dicembre scorso, per il lancio della sua candidatura: "Perché io c’ero e me lo ricordo. Ecco. E dopo avere – posso dire? – umiliato chiunque avesse un’idea diversa, trattandolo diciamo male".

Molto riservata sulla sua vita personale, ha studiato Giurisprudenza all’Alma Mater di Bologna dopo aver iniziato al Dams e solo da pochi anni ha fatto coming out: "Ho amato molte donne e amato molti uomini, in questo momento sto con una ragazza e sono felice, finché mi sopporta", ha raccontato una volta a Daria Bignardi.

Elly Schlein, che è stato uno dei volti di punta del movimento Occupy Pd e che ora punta a occupare l’immaginario meloniano: "Sono una donna. Amo un’altra donna e non sono una madre, ma non per questo sono meno donna".