Mercoledì 24 Aprile 2024

La parata della vittoria sui nazisti. Ma Putin dimentica ombre e orrori

Rimosso dalla propaganda il patto con Hitler. E senza le armi Usa, l’Armata Rossa non aveva chance

Guardie russe in piedi di fronte agli stendardi pronti per la parata militare

Guardie russe in piedi di fronte agli stendardi pronti per la parata militare

"Come nel ’45, la vittoria domani sarà nostra", ha proclamato Putin alla vigilia della sfilata del 9 maggio, che ricorda la sconfitta del III Reich 77 anni fa. Oggi sotto il Cremlino sfileranno 11mila soldati, 3mila in meno dell’anno scorso, e un terzo in meno di mezzi corazzati, autoblindati, panzer, postazioni missilistiche mobili, a causa dell’impegno in Ucraina e delle perdite in due mesi e due settimane di combattimenti. Si era prevista una vittoria lampo, ma gli ucraini resistono grazie alle armi fornite dai Paesi amici occidentali. "Oggi i nostri soldati combattono fianco a fianco come i loro antenati per sconfiggere il nazismo, che torna ad alzare la testa in Ucraina", ha dichiarato Putin, che tornerà a parlare oggi sulla Piazza Rossa. "Se ieri l’Urss di Stalin riuscì a sconfiggere Hitler, oggi annienteremo i nazisti di Zelensky". Ma il ricordo del passato è parziale, Putin ricorda solo una parte della storia.

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Innanzitutto, l’Unione sovietica di Stalin firmò nel ’39 un patto di non aggressione con la Germania di Hitler (trattato noto come Molotov-Ribbentrop) choccando la comunità internazionale. Ma fu il protocollo segreto a rappresentare il cuore della vergogna: la spartizione futura del territorio sovietico-tedesco. La Polonia doveva restare indipendente, così come gli altri Stati. Ma nel 1940 Mosca costrinse Estonia, Lettonia e Lituania a unirsi all’Urss, completando l’espansione territoriale. Fu l’Armata Rossa a liberare Auschwitz, e non gli americani, come si vede ne ’La vita è bella’, ma il film di Benigni è una favola. I bimbi nei lager venivano eliminati il primo giorno, perché non servivano. E furono i soldati sovietici ad arrivare per primi a Berlino. Nessun Paese ha subito più vittime dell’Urss nell’ultima guerra, 27 milioni di morti, ma non fu Stalin solo a battere Hitler, come sostenne la propaganda e come si continuò a credere dopo la fine dell’Urss, e come ribadisce Putin.

Gli Stati Uniti rifornirono di armi l’Armata Rossa, un aiuto enorme, difficile da quantificare. Stalin aveva milioni di uomini, ma non mezzi sufficienti. Hitler cercò di resistere il più possibile all’avanzata sovietica, per guadagnare tempo convinto che gli occidentali gli avrebbero concesso una resa dignitosa, pur di non lasciare che Stalin conquistasse l’Europa centrale. Ma tutto era stato stabilito al vertice di Yalta, dal 4 all’11 febbraio del ’45: Roosevelt, Churchill e Stalin si divisero il continente. E Goebbels, il ministro della propaganda, scrisse nel diario: "Sull’Europa scenderà una cortina di ferro". Fu il primo a usare quest’espressione. Fu ordinato al generale Patton di ritardare l’avanzata, quando era a poche decine di chilometri da Berlino. I russi erano sull’Oder e impiegarono tre mesi per arrivare alla capitale, i tedeschi si difesero metro per metro.

Nell’ultima battaglia a Berlino strada per strada caddero in 40mila. Gli americani a sud avevano conquistato la Turingia, che scambiarono con una fetta di Berlino. Dopo la vittoria, i soldati sovietici si diedero al saccheggio e alle violenze, Secondo calcoli di storici inglesi, avrebbero violentato 200mila donne, forse 1,2 milioni. Tra loro anche Annelore, la moglie di Helmut Kohl, che aveva 12 anni. Fino alla caduta del Muro, nessuno nella Ddr ne parlava. Era un tabù rischioso da infrangere. I sovietici portarono via gli impianti industriali scampati alle bombe, e perfino le rotaie dei tram. Ma poi il materiale non venne utilizzato, rimase ad arrugginire nei depositi. Oggi, innanzi alla Porta di Brandeburgo a Berlino, i turisti fotografano due panzer con la stella rossa, posti sul monumento che ricorda la battaglia del ’45. Si trovano sul viale del 17 giugno, la data della rivolta dei berlinesi nel ’53 contro i liberatori sovietici. Il Muro non era ancora stato costruito, e americani e inglesi e francesi che occupavano i settore occidentale non intervennero. Al di là, di una piazza, di una strada, cominciava l’impero sovietico.