Martedì 23 Aprile 2024

La pandemia affonda la produzione industriale

Il Covid colpisce e affonda la manifattura ma, al tempo stesso, i timori per un futuro piuttosto incerto fanno lievitare i depositi bancari.

Il 2020 si chiude con un crollo dell’11,4% della produzione industriale rispetto all’anno precedente, segnando il secondo peggior risultato dopo la caduta registrata nel 2009 (la serie storica inizia nel 1990). L’Istat sottolinea che la flessione è estesa a tutti i principali raggruppamenti di industrie e, nel caso dei beni di consumo, "è la più ampia mai registrata".

L’Istituto spiega ancora che "il progressivo recupero, dopo il crollo di marzo e aprile, ha subito una battuta d’arresto nei mesi recenti, impedendo il ritorno ai livelli produttivi precedenti l’emergenza sanitaria". Nell’anno nero del manifatturiero, resiste solo la produzione alimentare che segna una flessione di "appena" il 2,5% rispetto agli altri, secondo un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat.

Il comparto alimentare diventa così "la prima ricchezza" del Paese con un valore di filiera, dai campi agli scaffali che supera i 538 miliardi, sottolinea Coldiretti. Le flessioni maggiori si sono verificate nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-28,5%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,5%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-10,9%). Ma nell’anno della grandissima incertezza, Bankitalia certifica anche un’accelerazione della crescita dei depositi bancari: a dicembre sono saliti dell’11,1% sui 12 mesi, contro un aumento dell’8,7% a novembre.

Nello stesso mese di dicembre si è registrato anche un "forte ribasso" delle sofferenze bancarie. Bankitalia segnala un calo del 19,5% sui dodici mesi (in novembre la riduzione era stata dell’11,9%) a 51,6 miliardi di euro lorde e a 20,6 miliardi nette.